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Scuola, al via due milioni di test sierologici per il personale

Per un ritorno tra i banchi in sicurezza arrivano i test sierologici a docenti, educatori e bidelli, dai nidi alle superiori. Il commissario straordinario Domenico Arcuri ha annunciato 2 milioni di test che saranno messi a disposizione per il personale scolastico. Uno screening di massa a tutela dei lavoratori. L’esame, gratuito e non obbligatorio, sarà da fare entro una settimana prima dell’avvio delle lezioni. Una corsa contro il tempo: i test partiranno da lunedì 24 agosto sino al 7 settembre.

Un lavoro impegnativo, visto il numero di persone coinvolte, per svolgere il quale le Regioni si appoggeranno ai medici di famiglia. Saranno loro a fare il prelievo di una goccia di sangue, con il metodo del cosiddetto “pungi dito”, e ad osservare nel giro di pochi minuti il bastoncino di plastica dove appare il risultato della ricerca delle immunoglobuline legate al coronavirus.

Se c’è una positività, la Asl farà il tampone entro 48 ore.

Non tutte le Regioni seguiranno la stessa strada dei medici di famiglia, come previsto dall’ordinanza ministeriale del 24 luglio e dalla nota del 7 agosto del ministero della Salute. Toscana e Lazio hanno deciso di fare i test all’interno delle strutture delle aziende sanitarie. L’azienda sanitaria della Città Metropolitana di Milano metterà a disposizione ambulatori dedicati in cui si prevede di fare 2-300 test al giorno. “Il test si sviluppa in circa 10 minuti – spiega l’azienda -. I positivi verranno subito sottoposti a tampone e dovranno entrare in quarantena fino all’esito”.

L’Emilia Romagna invece stima 87mila test sierologici, da affidare ai medici di base. Ed è da qui che parte l’appello del direttore dell’ufficio scolastico regionale Stefano Versari: “Sottoporsi al test ha una valenza non solo di tutela della salute personale, ma assume anche una forte rilevanza sociale perché consente uno screening di massa sino ad ora svolto solo per il personale della sanità. Auspico caldamente che venga fatto, pur nel rispetto della libera decisione”.

Alcuni medici di famiglia hanno protestato: in Liguria ad esempio hanno detto di non avere i dispositivi di protezione adeguati per effettuare gli esami. pareri discordanti. “Giusta la decisione di affidarli a noi, siamo più capillari sul territorio, più riconosciuti dai nostri pazienti” commenta Maurizio Camanzi della Fimmg di Bologna. “Abbiamo concordato di partecipare ai test gratuitamente, siamo in emergenza e nessun medico si può tirare indietro di fronte alla necessità di far ripartire un servizio come la scuola — continua il rappresentante del sindacato dei medici di Medicina generale — e poi fare prevenzione in vista di un autunno incerto è buona cosa. Solleciteremo i colleghi all’adesione”.

Contrario il sindacato autonomo dei medici (Snami): “I medici di famiglia in questoperiodo Covid – dice Angelo Testa, presidente nazionale Snami – sono impegnati in lavoro quotidiano ancora più pesante e stressante ed è grave che qualcuno si sia accordato con lo stato per darci ulteriori incombenze,addirittura dasvolgere gratuitamente”. Proteste anche in Liguria: “Senza protezioni impossibile fare i test per il rientro a scuola”, dicono i medici di famiglia.

Fonte www.repubblica.it

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