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Scuola, congedi e lavoro agile per i genitori se il bimbo è malato o in quarantena

Il 1 settembre le scuole riapriranno i battenti per il recupero degli apprendimenti, in attesa dell’avvio delle lezioni il 14 settembre. Lo ribadisce il ministero dell’Istruzione, ricordando che da oggi è attivo l’help desk per gli istituti che potranno rivolgersi al servizio (dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18) in caso di dubbi o quesiti sulla ripresa. Il supporto è pensato proprio per chiarire i tanti nodi che interessano l’avvio del nuovo anno scolastico regolato dalle linee guida di Iss e Cts. Intanto, la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, propone congedi retribuiti e diritto allo smart working per i genitori per la durata della malattia o della quarantena del bambino.

Congedo e lavoro agile per genitori

“La priorità è riportare i bambini a scuola restituendo loro il diritto primario ad un luogo ed una comunità educante – spiega Bonetti – Alla politica e a tutto il Paese compete la responsabilità di rendere possibile questo ma con un passo in più: agevolare il ritorno a scuola nel modo più certo, stabile, sicuro per le famiglie. Dobbiamo anche garantire informazioni chiare e procedure semplici e adeguate”.

“Per esempio – ha aggiunto – che ci siano percorsi dedicati, veloci, facilmente attivabili da parte delle famiglie, per far fare il tampone ai bambini nei casi di sospetto contagio. Senza lungaggini, perché ne va non solo della salute dei bambini e delle loro famiglie, ma anche del loro percorso educativo”.

Venerdì scorso è stato pubblicato il documento dell’Istituto superiore di sanità, realizzato grazie a una larga collaborazione istituzionale che ha visto coinvolto anche il ministero, con le regole per la gestione di casi e focolai di Covid-19 nelle scuole. Ed è proprio sul protocollo varato che entra a gamba tesa il governatore della Campania, Vincenzo De Luca: “Stiamo verificando con l’Unità di Crisi e con i responsabili della Pubblica Istruzione, di prevedere in vista della riapertura delle scuole, il controllo della temperatura corporea all’interno degli stessi istituti, ritenendo irrealistica la previsione nazionale del monitoraggio effettuato a casa“.

Se l’alunno è positivo al test Covid19

Il documento dell’Iss spiega che “se un alunno manifesta la sintomatologia a scuola, le raccomandazioni prevedono che vada isolato in un’area apposita assistito da un adulto che indossi una mascherina chirurgica e che i genitori vengano immediatamente allertati”. Poi una volta arrivato a casa, “i genitori devono contattare il pediatra di libera scelta o medico di famiglia, che deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di prevenzione (DdP) per l’esecuzione del tampone”. In caso invece di un alunno positivo, verranno fatte “indagini sull’identificazione dei contatti e il Ddp competente valuterà le misure più appropriate da adottare tra le quali, quando necessario, la quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e gli altri soggetti che rientrano nella definizione di contatto stretto”. La scuola, in ogni caso, “deve effettuare una sanificazione straordinaria”. Fra i compiti degli istituti anche tenere un registro degli eventuali contatti tra alunni e/o personale di classi diverse, richiedere la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura dei bambini e segnalare eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19. Infine, stabilisce il rapporto, ogni istituto deve avere un referente scolastico per il Covid-19.

Cts: prioritario distanziamento in aula

Il Cts ha annunciato che il distanziamento fisico di un metro tra gli alunni è la cosa più importante da rispettare e che i banchi monoposto arriveranno a partire dall’8 settembre. Intanto, nelle scuole si sta lavorando per identificare percorsi che disciplinino le entrate e le uscite degli studenti per evitare assembramenti. A disposizione di studenti e personale ci saranno anche 11 milioni di mascherine al giorno e saranno distribuiti 170mila litri di gel igienizzante la settimana. Infine, riguardo alle preoccupazioni sulla responsabilità dei presidi, il Cts ha spiegato che “non hanno motivo di esistere in base a quanto previsto dalla Legge 40 del 5 giugno 2020”.

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Lo stanziamento di 2,9 miliardi dovrebbe poter consentire lavori di edilizia scolastica, affitto di nuovi spazi, acquisto di nuovi arredi (2,4 milioni di banchi monoposto saranno distribuiti nelle scuole), incremento di docenti e Ata, formazione del personale, acquisto di strumenti tecnologici. Inoltre sono stati siglati con i sindacati appositi Protocolli di sicurezza e il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza ha aggiornato le proprie disposizioni per la scuola in relazione all’andamento della curva epidemiologica. Fornite anche le linee guida per la didattica digitale integrata e stanziate ulteriori risorse che consentiranno di dare a oltre 425 mila studenti meno abbienti libri gratis e dispositivi digitali che saranno forniti direttamente dalle scuole, a settembre.

Altra nota dolente l’utilizzo delle scuole paritarie. Anche qui il dicastero è costretto a precisare, dopo le polemiche, che il ricorso da parte degli Enti locali competenti per trovare spazi aggiuntivi è del tutto possibile e non è mai stato previsto il contrario. Né potrebbe esserlo. Le scuole paritarie fanno parte del Sistema nazionale di Istruzione e non c’è pregiudizio alcuno nei loro confronti – spiegano da viale Trastevere – Il ministero è tenuto a vigilare sul possesso e sul mantenimento dei requisiti per la parità dei predetti istituti, come previsto dalla normativa vigente.

Fonte www.repubblica.it

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