ROMA – La prima giornata di scuola, perché oggi, martedì primo settembre, è stata la prima giornata della scuola italiana con il Covid tra noi, la prima dopo sei mesi, è andata via con il gel igienizzante del dispenser che non scendeva (Liceo classico Giulio Cesaredi Roma), i ragazzi del Volta di Milano a un metro e venti di distanza e quelli dell’Augusto, altro liceo della Capitale, a uno e sessanta. I docenti dello scientifico Volta, tra l’altro, si sono riuniti nel campo da basket, tutti e novanta, senza abbraccio sopra le spalle perché il distanziamento non lo permetteva. “In classe eravamo in tre, non è stato difficile rispettare le regole”, hanno raccontato gli studenti. E al Gioberti di Torino, anche questo un liceo classico, la illustrano semplice: “In fondo, dobbiamo rifare quello che già facciamo al supermercato”.
Il giorno del rientro a scuola degli studenti con debiti è stato, nel Paese, un esordio limitato. Serviva al recupero per mezzo milione di adolescenti e pre-uomini che con il lockdown avevano mollato impilando da una a sei insufficienze. Uno studente ogni sedici, in media, in una stagione, la scorsa, di grande benevolenza valutativa. Molte scuole, però, non erano pronte, non sono pronte. E allora hanno spostato il Pai e il Pia – due modalità diverse per lo stesso fine: il recupero – al 7 settembre, al 14, oppure li hanno spalmati su un recupero più largo da fare tra ottobre e dicembre. Diversi istituti, va detto, hanno semplicemente annullato questi recuperi così necessari dopo mezzo anno di perdite di conoscenza e consapevolezza.
Al Liceo ginnasio Augusto, Roma Tuscolana, una certa presenza della destra giovanile, la lezione del supermercato non l’hanno mandata a memoria in molti. Il professor Rino Mastroianni, vicepreside, racconta: “Abbiamo organizzato le fila dall’esterno, preso la temperatura, richiesto il lavaggio delle mani e, quindi, abbiamo fatto partire il recupero nelle classi. All’uscita, però, gli studenti si sono subito assembrati in cortile. Li abbiamo fatti allargare e loro si sono assembrati alla fermata dell’autobus. Dovremmo accompagnarli a casa uno per uno”. I ragazzi dicono che, però, in quattro ore non hanno potuto andare al bagno: “Non ci sono ancora i bidelli”.
Erano centossessanta i ripetenti per clausura forzata all’Augusto, centosessanta su quasi novecento alunni. Tre classi sono tornate tutte insieme: non avevano concluso pezzi del programma. Sono arrivati questa mattina i primi ottantotto banchi monoposto, portati direttamente da Virginia Raggi. Beige, con qualche graffio, lavorati in fretta: “Nelle nostre aule non potremo superare i diciassette ragazzi seduti. Dai cinque ai nove studenti, a rotazione, faranno lezione da casa. In diretta. Ogni aula ha una lavagna Lim, un computer e un proiettore”. Le “prime” le hanno formate proprio da diciassette. La prima Cambridge, trenta alunni, prenderà invece un’aula doppia. C’erano lezioni-ripetizioni di Greco, Latino e Matematica, oggi all’Augusto. Dalle 8,10 alle 12,10. Per le altre materie serve prenotarsi online: sessioni di mezz’ora.
Al Volta di Milano, dal 14 settembre, ci staranno 900 studenti al massimo, tutti insieme, su un totale di 1.224 iscritti. Educazione fisica si farà alla parrocchia di Santa Francesca Romana, in oratorio, e quest’anno ci sarà anche nuoto in una piscina del quartiere.
Nel cratere delle Marche e dell’Umbria, a quattro anni da un terremoto che non trova cicatrice, i corsi di recupero sono partiti a distanza. In centocinquanta si sono collegati a internet da casa e dalle casette Sae, “ma il 14 settembre si torna in classe”, spiega il dirigente scolastico dei licei “Costanza Varano” di Camerino, Francesco Rosati.
Fonte www.repubblica.it