Nella provincia di Lucca una donna, per anni insegnante precaria nelle scuole della Versilia, ha rinunciato ad un contratto a tempo indeterminato, giunto a pochi mesi dal pensionamento
Dopo una vita da insegnante precaria nelle scuole della Versilia, Rosella Bertucelli, 66 anni a dicembre, si è vista recapitare dal provveditorato provinciale di Lucca una mail che la invitava a presentarsi per firmare un contratto di lavoro a tempo indeterminato. All’appuntamento, fissato per lo scorso 23 agosto, la donna ha però risposto “no, grazie”. “Date il mio posto a un giovane”, ha detto all’impiegato dell’Ufficio scolastico, “io rinuncio”.
A raccontare la storia è il quotidiano Il Tirreno, che spiega come la maggior parte dei precari della scuola ottenga il contratto molto in là con gli anni: lo scorso anno nella provincia di Lucca l’età media delle immissioni in ruolo è stata di 48,5 anni. Solo il 4% dei nuovi assunti aveva età compresa tra i 19 e i 30 anni, il 20% aveva tra i 31 e i 40 anni, il 29% tra i 41 e i 50, il 33 % tra i 51 e i 60, e ben il 14% over 60.
Insomma, quello di Rosella non è un caso isolato, ma una storia come altre di insegnanti che escono dal mondo della scuola esattamente come ci sono entrati: da precari. E la sua rinuncia, in tal senso, va interpretata come un atto di resa: dopo una vita su e giù per le graduatorie, tra una scuola e l’altra, la stabilizzazione è arrivata a pochi mesi dalla pensione.
“La sua rinuncia è stata un grande gesto di solidarietà – ha detto Antonio Mercuri, della Flc-Cgil di Lucca e Massa Carrara, al quotidiano toscano – se avesse accettato avrebbe avuto diritto a una rivalutazione della pensione. Ora andrà in pensione con la minima: anche se avesse lavorato solo un anno, invece, avrebbe potuto agganciarsi a un’altra fascia e la sua pensione sarebbe stata leggermente più alta”.