Il programma di ripresa post Covid-19 previsto dal Governo ha incredibilmente deciso di lasciare la scuola per ultima, a dimostrazione di come nel nostro Paese l’istruzione, come la sanità, vengano drammaticamente abbandonati al proprio destino, come dimostrano in questi anni i tagli subiti a fronte di investimenti pari a zero. A sostenerlo in una nota è Italia in Comune.
Per rilanciare la scuola, si legge nella nota del partito, “serve incrementare almeno per un valore dell’1% sul PIL le risorse economiche strutturali per istruzione, formazione e ricerca. E’ necessaria una promozione e rivalutazione della classe docente. È urgente un adeguamento delle retribuzioni secondo una nuova politica contrattuale che riconosca e compensi gli impegni reali, promuovendo ruoli, funzioni ed attività indispensabili per garantire in tutti gli ordini di scuola la riuscita del processo formativo. Servono poi risorse mirate per l’Autonomia progettuale della scuola pubblica, un piano per la formazione continua obbligatoria, un intervento intensivo per superare il digital divide, la revisione delle modalità di reclutamento dei nuovi docenti, con definitiva soluzione del problema del precariato”.
“Ma soprattutto è necessario prevedere una modalità che garantisca il senso del percorso educativo: da ora il Ministero dell’Istruzione deve necessariamente organizzarsi, attraverso le dirigenze scolastiche, per garantire la lezione in presenza, perché se vogliamo continuare a chiamarla Scuola questo è necessario. Spazi vanno trovati non solo riorganizzando le classi e le strutture esistenti ma anche affittando spazi temporanei che garantiscano il distanziamento sociale e contemporaneamente la possibilità di studenti, insegnanti e professori di poter svolgere attivamente la loro mansione. Gli studenti della scuola dell’infanzia, primaria e medie in particolare non possono fare a meno di questo percorso educativo”.