Pronto un Piano di intervento per la riduzione dei divari territoriali in istruzione e si parte dalla Sicilia, lo ha annunciato il Ministro dell’Istruzione. L’obiettivo è quello di contrastare la povertà educativa, un’emergenza nazionale che grava soprattutto sulle regioni meridionali segnando un GAP che vede la nostra Regione fra le ultime per livello di apprendimento nelle competenze di base.
«Gli ultimi dati INVALSI sui livelli di apprendimento – spiega l’assessore all’istruzione Roberto Lagalla – confermano una situazione ancora particolarmente complessa soprattutto per la Sicilia. Le scuole con studenti in ritardo sui livelli di apprendimento di base sono più numerose di quelle che raggiungono livelli soddisfacenti in italiano, matematica e inglese. Su 520 scuole monitorate, 219 (42,2%) sono da definirsi “scuole in difficoltà” e 59 “scuole forte difficoltà” (11,3%). Su questo dato abbiamo già iniziato a lavorare lo scorso anno, dando alle scuole risorse e strumenti per potenziare le competenze di base con attività didattiche pomeridiane ed extracurriculari ed intervenendo massicciamente sul fronte dell’edilizia scolastica. Anche l’ambiente nel quale si svolge il percorso didattico degli alunni, infatti, incide in modo significativo sul rendimento complessivo. In questa direzione continueremo a lavorare potenziando in modo particolare il tempo pieno scolastico per contrastare anche il fenomeno della dispersione scolastica, ancora particolarmente presente soprattutto in alcune province».
Il Piano di intervento, per attuare la riduzione dei divari territoriali, parte dall’analisi sulle difficoltà di apprendimento degli studenti al fine di individuarne le cause principali e quindi le scuole destinatarie degli interventi. Dalle prime analisi, propedeutiche all’attivazione degli interventi, emerge come il contesto socio-culturale, familiare e la situazione economica dello studente possano incidere in modo significativo sul rendimento scolastico. Un’altra variabile è la stessa situazione in cui vertono molti istituti scolastici riguardo, in particolare, la disponibilità di risorse economiche e la mancanza di continuità professionale per molti insegnanti, soprattutto nelle Isole minori. A questo si aggiunge la scarsa frequenza scolastica degli alunni, soprattutto in alcune aree, che contribuisce ad accrescere il numero di abbandoni del percorso formativo da parte degli studenti.
«L’obiettivo del Piano di intervento proposto dal Ministero è quello di monitorare la situazione con analisi precise sulle problematiche connesse ai livelli di apprendimento dei ragazzi e quindi predisporre un “Repertorio di interventi” dal quale le scuole potranno individuare quelli più idonei al proprio contesto».