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Scuola, undici vincitori per la gara dei banchi. Arcuri: “Screening con 2 milioni di test”

ROMA – Ora si sa chi porterà nelle scuole italiane due milioni e mezzo tra banchi e sedie. La gara europea dell’appalto più discusso dell’anno si è chiusa e il commissario per l’emergenza scolastica, Domenico Arcuri, ha dichiarato undici vincitori dei quattordici che avevano presentato l’offerta. Tre raggruppamenti sono rimasti fuori, avevano presentato proposte al di sotto del lotto minimo (200.000 pezzi).

La maggior parte delle imprese è italiana e le aziende si stanno impegnando ben oltre la loro capacità produttiva per portare in classe “dall’8 settembre e fino a tutto ottobre” 2.013.656 banchi e 435.118 sedute innovative, i banchi-sedie con rotelle. Le offerte pervenute, pari a 2,6 milioni, superano la stessa richiesta. Il commissario ha dovuto allungare anche i tempi di consegna, che superano di un mese e mezzo l’inizio dell’anno scolastico (14 settembre).

Il commissario per l’emergenza ricorda, ancora, che ci sarà uno screening preventivo: due milioni di test sierologici “volontari e gratuiti” per insegnanti e personale non docente, quindi saranno distribuite undici milioni di mascherine chirurgiche ogni giorno e almeno 50.000 litri di gel igienizzante.

Produzione ripartita in piena estate

“I banchi saranno consegnati secondo una programmazione nazionale”, ha detto Arcuri, “che terrà conto delle necessità degli istituti e della situazione sanitaria dei vari territori. In poche settimane stiamo dando alle scuole un approvvigionamento superiore di dieci volte la loro fornitura annuale”. Gli arredi scolastici saranno consegnati prima là dove, a settembre, sarà più diffuso il contagio. Ogni raggruppamento aziendale avrà un calendario. Le aziende, italiane ed europee appunto, hanno richiamato manovalanza e quadri dalle ferie e riacceso la produzione.

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Sull’appalto europeo ci sono state diverse critiche. Lo stesso conmissario ha più volte fatto notare che l’organizzazione della gara si sarebbe potuta fare con due mesi di anticipo, senza correre nel finale.

Francesco Sirianni, responsabile commerciale della Sirianni sas, società calabrese esistente da centodieci anni e che alla vigilia della gara si è consorziato con i più grandi gruppi italiani (Mobilferro, Vastarredo) per garantire ameno una quota del richiesto, racconta: “Siamo stati noi produttori a suggerire al governo, a fine aprile, l’utilizzo del banco singolo, ma la questione è diventata un atto di governo soltnto due mesi dopo. Da lì, è partita la corsa senza fiato a cui stiamo assistendo”.

Una corsa che potrebbe aver abbattuto alcuni paletti. Ancora l’imprenditore: “Ci siamo accorti che il bando è stato rivisto diverse volte e, in generale, è stato tirato da tutte le parti. A gara aperta si è deciso di dimezzare il volume di banchi e sedute richiesti come requisito per partecipare. Inizialmente bisognava aver venduto 400.000 banchi sul territorio nazionale negli ultimi tre anni, poi, quando il commissario Arcuri si è accorto che il limite era troppo alto, l’asticella è scesa a 200.000”.

E ancora: “Non è corretto andare a dire ai giornali e alla tv, sempre a gara aperta, che per portare nelle aule i banchi si useranno l’Esercito o la Protezione civile. I costi di consegna sono una delle voci di spesa più importanti e se l’incarico viene affidato allo Stato, le imprese risparmiano. Chi non ha partecipato alla gara, quando il trasporto era previsto a carico del produttore, potrebbe essersi risentito. La gestione del bando, e dell’intera vicenda banchi, è stata raffazzonata“.

“Bando cambiato in corsa”

Sergio Venturino, amministratore della Know W di Foggia, è rimasto fuori dalla gara. Ora dice: “Troppe pressioni, troppe incongruenze. La ministra Lucia Azzolina è andata in tv a sponsorizzare il banco-sedia con le rotelle prodotto da un’azienda americana, in Cina, senza gli stessi requisiti richiesti ai prodotti europei. Uno degli importatori si è ritirato dalla gara perché il chiasso mediatico lo aveva esposto”.

Federlegno e Assodidattica spiegano che, secondo loro, non era necessario un acquisto di banchi di queste dimensioni: “Con un’accorta sistemazione in classe di banchi tradizionali a due posti e monoposto, sarebbe bastato un ordine della metà. Gli spazi utilizzati sarebbero rimasti gli stessi”. La richiesta avanzata dai produttori, adesso, è quella di non mandare subito al macero i vecchi banchi, che, a fronte di ritardi nelle consegne, potrebbero tornare utili per l’avvio di un difficile anno scolastico.  

Il commissario assicura: “Il bando è trasparente e pubblico, andiamo avanti con le consegne”.

Fonte www.repubblica.it

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