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Sostegno, boom di docenti precari

Boom di posti di sostegno in deroga (precari) e la continuità didattica diventa un miraggio. “Resta un miraggio – precisa Salvatore Nocera, membro della Fish (la Federazione italiana per il superamento dell’handicap) – Siamo riusciti a inserire la continuità didattica in una norma del 2017 che prevedeva anche obbligo da parte del ministero di emanare un Regolamento attuativo che non è mai stato emanato. Forse – commenta – un atto politicamente poco gradito. E quest’anno per gli alunni più fragili la situazione sarà più complicata”.

Oltre alla carenza di banchi, docenti e aule, il 14 settembre le lezioni inizieranno con un problema in più: quasi metà degli insegnanti di sostegno saranno supplenti che, probabilmente, verranno nominati nelle settimane successive. E, oltre a cambiare per l’ennesima volta docente, una fetta considerevole dei circa 280mila alunni disabili che frequenteranno le nostre scuole dovranno attendere prima di essere affiancati dal docente di sostegno.

“Avevamo chiesto al governo – continua Nocera, che partecipa alle riunioni dell’Osservatorio nazionale sull’inclusione scolastica – di emanare un provvedimento che lasciasse immutate le stesse nomine dello scorso anno. Ma nessuno ci ha ascoltati. Perché ogni anno le nomine degli insegnanti di sostegno in molti territori si concretizzano a ottobre, novembre e addirittura a dicembre. Ed è certo che la situazione quest’anno peggiorerà”. Quelli in deroga che le diverse regioni assegnano alle scuole sono posti che funzionano per un solo anno e, conseguentemente, vengono assegnati a supplenti. Quest’anno, secondo un primo monitoraggio su alcune regioni si potrebbe arrivare a 75mila unità. A settembre 2019/2020, il ministero dell’Istruzione ne comunicò poco più di 50mila.

I posti fissi (in organico di diritto) sono invece 100mila, ma di questi una fetta che si aggira attorno alle 20/25mila unità è senza titolare perché nelle graduatorie giuste, quelle da cui si attinge per le immissioni in ruolo, non ci sono più pretendenti da assumere a tempo indeterminato. Anche questi posti andranno occupati da precari. E basta fare due calcoli per comprendere che a settembre i supplenti di sostegno potrebbero superare i colleghi di ruolo. Un vero e proprio record tutt’altro che lontano. Perché sommando i posti in deroga resi noti da sole nove regioni si supera già il dato dei 50mila posti in deroga contabilizzato 12 mesi fa. Siamo già a quota 53mila e mancano all’appello regioni come Campania e Lazio. E non sarà neppure facile nominarli perché, spiega Pino Turi, della Uil scuola, le nuove “Graduatorie provinciali dei supplenti sono piene di errori e si creerà un contenzioso gigantesco che determinerà un balletto dei supplenti ad anno inoltrato”.

“Dai primi dati – dichiara Ernesto Ciracì – presidente Associazione MiSoS (movimento insegnanti specializzati sul sostegno a tutela degli alunni con disabilità) appare evidente come si prospetti una situazione gran lunga peggiorativa, rispetto all’anno scorso, sul versante della continuità didattica per gli alunni con disabilità. Dove il vero “mostro” del sistema inclusivo – prosegue – è rappresentato dai posti in deroga sul sostegno. Ai nostri alunni oltre ad assicurare il diritto al docente specializzato bisogna garantire la continuità didattica fondamentale per un’adeguata crescita formativa”. Perché, in moltissimi casi, oltre ad essere precari i supplenti sono anche senza titolo di specializzazione. E mentre gli alunni crescono ogni anno le università, che curano la formazione, sfornano un numero insufficiente di specializzati per seguirli.

 Fonte www.repubblica.it

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