ROMA – Le domande inserite nel sistema delle Graduatorie per le supplenze, come anticipato dalla nostra newsletter Dietro la lavagna (qui il linkper iscrivervi e riceverla), sono 753.750. A dimostrazione che la fame di scuola è diffusa tanto al Sud quanto al Nord, in Lombardia sono state presentate 104.781 domande, nel Lazio 86.976, in Campania 84.857. Giovedì 6 agosto è terminato l’inserimento, per la prima volta digitale, e ora le domande costruiranno le Graduatorie provinciali e di istituto da cui si attingerà per le supplenze dell’anno scolastico che si va ad aprire il prossimo 14 settembre.
Diverse istanze sono state immesse per due o tre ruoli diversi. Le domande su carta erano arrivate a quota un milione, quindi, sottratti i docenti che nel frattempo sono entrati in ruolo e coloro, tra i 400 mila laureati, che non avevano ottenuto in tempo i 24 crediti formativi universitari, resta una quota larga di precari che nel passaggio carta-digitale si sono perduti per strada. Ancora, gruppi di precari hanno denunciato il cambio dei criteri e dei punteggi in corsa, operazione che ha sfavorito, per esempio, le vecchie supplenze annuali rispetto a quelle spezzate. Repubblica ha chiesto ai docenti precari di raccontare la loro esperienza con l’inserimento nelle Gps ([email protected]). In tutta la fase di avvio, iniziata il 22 luglio, ci sono stati diversi problemi di blocco del sistema e di mancata memorizzazione dei dati, cosa che, più saltuariamente, è avvenuta fino all’ultimo giorno. Ricorsi di massa sono probabili. La pubblicazione delle graduatorie è attesa per il primo settembre e le assegnazioni dei posti entro il 14 settembre.
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Per le emergenze della prossima stagione, il ministero delle Finanze ha autorizzato prima 40.000 docenti a tempo determinato, i cosiddetti insegnanti Covid che in caso di nuovo lockdown saranno licenziati anzitempo, e giovedì sera altre 97.223 assunzioni a tempo pieno, oltreché 1,3 miliardi di euro aggiuntivi (ulteriore organico, affitto di spazi, risorse per gli enti locali). Di queste, 84.808 saranno per docenti, 472 per gli insegnanti di religione cattolica, 91 per gli educatori, 11.323 per il personale Ata (perlopiù bidelli). Ci sono risorse per 529 dirigenti scolastici: 458 assunzioni avverranno per scorrimento della graduatoria del concorso del 2017 (da qui nasce la polemica sull’autoassunzione della ministra che ha vinto la stessa prova), 29 dalla graduatoria del 2011 e 42 per “trattenimenti in servizio”.
Serve tener conto che l’anno scorso, in una stagione senza gli obblighi del distanziamento, il Mef aveva autorizzato 53.627 docenti e, alla fine, ne erano stati assegnati soltanto 25 mila. Diverse Graduatorie a esaurimento e di merito sono, appunto, esaurite e da lì non si può più attingere per reclutare docenti. Il problema “dell’assenza di ruoli” riguarda in particolare il Nord e le discipline scientifiche. Quest’anno, secondo le stime sindacali, andrà peggio: le stesse graduatorie risultano ancora più sguarnite. La Uil scuola sostiene che le assunzioni possibili saranno 15 mila, l’Anief le ha calcolate in 20 mila. La Flc Cgil ora dichiara: “Siamo lontani dal coprire i posti scoperti per l’Anno scolastico 2020-2021, prevediamo che i supplenti necessari saranno oltre 200 mila. Andrebbe chiarito che i numeri annunciati per l’assunzione dei docenti sono frutto dei pensionamenti e degli oltre 50 mila posti non assegnati l’anno scorso per carenza di candidati. Su questo ritardo di arruolamento grava la scelta di aver rinviato un concorso straordinario che, inascoltati, avevamo richiesto diventasse una procedura snella e veloce”.
A proposito della ripartizione degli insegnanti supplenti – i primi 40.000 – c’è stata un’insistita polemica tra la ministra Lucia Azzolina e diversi assessori regionali. I docenti sono stati assegnati, per volontà della ministra, per metà tenendo conto del numero degli studenti presenti sul territorio e per l’altra metà seguendo le richieste avanzate dagli Uffici scolastici regionali. Come si può vedere dalla tabella, le richieste dal Sud sono state più forti e, rivelano alcuni sindacati, in alcune regioni settentrionali c’è stata una pressione dei provveditori sui dirigenti scolastici per calmierare, appunto, le richieste.
Il risultato è stato che la Calabria, con il 3,6 per cento degli studenti, ha avuto 30,6 milioni di euro (necessari per pagare gli insegnanti supplenti) per il 2020 quando l’Emilia Romagna, che ha il doppio degli alunni iscritti, ha ricevuto quasi 7 milioni in meno. Ancora, la Lombardia, con il 15,7 per cento degli alunni totali, ha ottenuto 37,8 milioni, quasi sette in meno della Campania (la regione più premiata con 44,3 milioni) che pure ha solo l’11,2 per cento degli studenti. Alla richiesta di spiegazioni dell’assessora toscana Cristina Grieco, responsabile, tra l’altro, del tavolo delle regioni per l’istruzione, la ministra ha risposto: “Ci sono territori in difficoltà che hanno più bisogno”. In totale, la prima ripartizione ha impegnato 340 milioni di euro per il 2020 e prevede di impiegarne altri 540 per la prossima stagione.
Infine, nella prima settimana di ottobre – lo ha promesso Lucia Azzolina – prenderà il via il concorso straordinario per le scuole medie e superiori che darà 32.000 cattedre (la scadenza per iscriversi è domani, lunedì 10 agosto). Si attendono le date per i due concorsi ordinari – superiori e infanzia-primaria – per i quali si sono presentati e 507 mila candidati (430.585 mila e 76.757 mila, rispettivamente). I posti a bando sono 33.000 per le superiori e 12.863 per elementari e infanzia.
Fonte www.repubblica.it