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12 donne migranti, 12 storie, 12 dolci: “Un dolce che cambia la vita”, primo laboratorio di pasticceria etnica e solidale

Il luogo dove il mondo si incontra a tavola

A Roma il primo laboratorio di Pasticceria Etnica e Solidalesicurezza sul lavoro e controllo degli alimenti (HACCP) che verrà inaugurato domani 26 luglio alle ore 17:00 presso il Ristorante Gustamundo, in via Giacinto De Vecchi Pieralice, 38 con una degustazione libera di dolci curata dal gruppo di cuoche migranti e richiedenti asilo dell’Associazione di Promozione sociale “In cammino con Gustamundo”.

Il progetto è sostenuto dal bando di PartecipAzione, il programma di Intersos e UNHCR ITALIA – Agenzia ONU per i Rifugiati, che promuove la partecipazione attiva delle persone rifugiate. È rivolto a 12 donne migranti di diversa nazionalità e con diverse storie e fragilità, protagoniste di una realtà unica al momento sul territorio: un corso e un laboratorio di pasticceria multietnica e multiculturale.

Jamila dall’Algeria con il Mankouche, Imman dal Kurdistan con il Warbat, Roxana dall’Azerbaijan con il Baklava, Mamoul dal Marocco con il Richebond: sono quattro delle 12 donne con i rispettivi dolci che saranno presentati domani.

Tutto è nato da Pasquale Compagnone, dal suo progetto innovativo e unico nel suo genere: la cucina come luogo di riabilitazione e di speranza per chi fugge dal proprio Paese a causa di miseria, guerre e violenze subite. Un modello di impresa e di lavoro che si sviluppa in tre fasi: Accoglienza, Formazione, Autonomia. In Cammino con Gustamundo” è l’associazione romana promossa da Compagnone e che dal 2017, si muove con l’obiettivo principale di offrire opportunità di sviluppo professionale e lavorativo a rifugiati, a migranti, uomini e donne che vivono in condizioni di fragilità.

<<Questo corso di pasticceria etnica e solidale è in linea con la mission di ‘In Cammino Con Gustamundo’ per promuovere la gastronomia tradizionale dei migranti e dei rifugiati>> – racconta Compagnone – <<uomini e donne portano qui la propria storia di vita, dolorosa, piena di ferite ed il nostro compito è quello di aiutarli a ricostruirsi, pezzo per pezzo, piatto dopo piatto, incontro dopo incontro. In questi anni abbiamo lavorato cercando di ricostruire la loro identità ferita e aiutandoli a ricongiungersi con i propri familiari>>.

L’appuntamento è per domani 26 luglio alle ore 17 per una degustazione libera e per conoscere le cuoche migranti, le formatrici e le storie di chi, in questo corso, sta riponendo ogni speranza per poter ricostruire la propria vita partendo dalla cucina più accogliente d’Italia, quella di Gustamundo.

 

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