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25 Aprile dobbiamo ricordare la “Resistenza e la Resilienza del Popolo Italiano prima ancor della libertà”

Il valore fondamentale che ci ha trasmesso la Liberazione è la rivolta contro la violenza

Dal 25 aprile dobbiamo trarre l’insegnamento che la Resistenza è stata un grande fatto europeo ed ha posto le fondamenta dell’Europa

Il 25 Aprile giorno di Festa e di vacanza per la nostra Italia, di vacanza a scuola, di astensione dal lavoro, di cerimonie celebrative ufficiali e anche d’incontri e manifestazioni popolari, ma, non dimentichiamo in primo luogo che si ricorda la Resistenza e la Resilienza italiana, la fine in Italia di una guerra lunga e sanguinosa, che provocò ben 50 milioni di vittime, delle quali oltre la metà civili, oltre a tutta la distruzione. Il 25 Aprile è il giorno della gratitudine verso chi ha lottato per la pace e per la libertà dell’Italia dalla dittatura

Il valore fondamentale che ci ha trasmesso la Liberazione è la rivolta contro la violenza del totalitarismo nazifascista. La violenza che si è espressa nella politica del fascismo e del nazismo e che è stata anche all’origine della guerra.

Dal 25 aprile dobbiamo trarre l’insegnamento che la Resistenza è stata un grande fatto europeo ed ha posto le fondamenta dell’Europa che poi è nata e si è sviluppata nelle vicende successive perché – la Resistenza – c’è stata in Francia e, in qualche modo, anche se più ridotto, all’interno della stessa Germania nonché nei tanti altri paesi che hanno subito l’occupazione nazista. Dunque, gli europei hanno scoperto di essere uniti nel voler voltare pagina rispetto a tanti anni di violenza e di guerra.

L’articolo 11 della nostra Costituzione recita che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”,anche ora c’è bisogno di una resistenza contro le diverse ideologie, le violenze di guerra, le varie forme di nazionalismo. Da questo punto di vista oggi è molto significativo che gli europei abbiano aperto le porte a chi fugge dall’Ucraina, perché anche questa è resistenza. L’accoglienza di chi fugge dalla guerra e dalla violenza è resistenza, anche se non è armata. Certo, sarebbe stato bello che l’Europa avesse aperto le sue porte già negli anni passati a chi fuggiva dalle guerre e che lo facesse oggi anche nei confronti di coloro che fuggono da guerre diverse che ancor oggi “mietono vittime cosi come in Ucraina ma anche in Russia, perche’ tutte le guerre sono da condannare in qualunque parte del mondo”.

 

 

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