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DIRITTI LGBT: TRIBUNALE CIVILE DI ROMA BOCCIA CAMPIDOGLIO SU MANCATO RICONOSCIMENTO FIGLI A COPPIA GAY

Il Tribunale civile di Roma ha accolto il ricorso presentato da una coppia gay alle quali l’ufficiale di Stato Civile del comune di Roma aveva negato l’annotazione dell’atto con il quale la signora Gabriella Catanese aveva legittimamente riconosciuto innanzi all’Ufficiale di Stato Civile del Comune di Cerveteri la minore I.R.N. E’ quanto si legge nel decreto 13649/2019 RGVG emesso dal tribunale il 4 aprile 2021.

A darne notizia è il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, il quale, contattato dalla coppia, aveva firmato personalmente l’atto di registrazione per il riconoscimento della figlia da parte dell’altro genitore richiedente. 

Gabriella Catanese e Desirè Nica, quest’ultima anche nella qualità di genitore esercente la responsabilità sulla figlia minore I. R. nata a Roma nel 2017, avevano proposto opposizione avverso il rifiuto dell’Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Roma di procedere all’annotazione della dichiarazione di riconoscimento della figlia I.R., resa da Gabriella Catanese.

Chiedevano di dichiarare illegittimo il rifiuto di annotare l’atto di riconoscimento della minore e per l’effetto ordinare al Comune di Roma l’annotazione del suddetto atto a margine dell’atto di nascita di India Rose Nica, provvedendo così anche all’aggiunta dell’indicazione del secondo genitore, nella persona di Gabriella Catanese.

Al riguardo, hanno esposto che, in attuazione di un progetto di genitorialità da tempo maturato nella loro relazione sentimentale, avevano fatto ricorso a Siviglia, alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) (tramite fecondazione con seme di donatore esterno), accessibile in Spagna anche a coppie dello stesso sesso. Hanno aggiunto di aver fatto ricorso alla pratica in qualità di coppia, esprimendo entrambe il relativo consenso e concordemente determinandosi a che alla metodica si sottoponesse Desirè Nica.

Era quindi nata a Roma la minore, e, nell’atto di nascita, quale madre, era stata indicata la sola Desirè Nica. Successivamente Gabriella Catanese aveva reso presso gli uffici dello stato civile del Comune di Cerveteri la dichiarazione ex art. 254 c.c., riconoscendo come propria figlia India Rose, ricorrendone i presupposti di cui agli articoli 8 e 9 L. n. 40/2004, e chiedendo l’annotazione del riconoscimento nell’atto di nascita, ma l’Ufficiale di Stato Civile del Comune di Roma, dove l’atto doveva essere annotato, in quanto luogo di nascita della minore, aveva disatteso richiesta.

“Una nazione che non riconosce il diritto ad essere madre è una nazione che calpesta i diritti civili. In Italia da anni la politica volta le spalle quando deve assumersi la responsabilità di fare scelte importanti per riconoscere i diritti sacrosanti ai genitori e ai figli”, afferma il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci.

“Come sindaco di Cerveteri, quindi, ho personalmente registrato l’atto che sancisce la maternità dell’altra donna, compiendo un gesto in linea con i nostri principi Costituzionali che la sentenza del tribunale di Roma di fatto confermano. Questo gesto spero che sia da esempio ma soprattutto da sprone per il governo affinchè nessun figlio venga lasciato senza il diritto di avere due genitori, che siano omosessuali o etero”, conclude Pascucci.

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