Nel 2017 un abitante su nove del Pianeta soffre la fame: le situazioni più critiche in Asia e Africa, tra le cause principali i cambiamenti climatici. In Italia mezzo milione di bambini vive con aiuti alimentari, ma sprechiamo ancora tantissimo cibo
La fame nel mondo non è purtroppo un fenomeno in diminuzione, anzi, la situazione è regredita di almeno dieci anni. Il numero di persone che soffrono continua infatti ad aumentare e ha raggiunto quota 821 milioni nel 2017, in pratica un abitante su nove nel pianeta ne è colpito. L’allarme è lanciato in maniera congiunta dalle cinque agenzie delle Nazioni Unite, l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), il World Food Programme (Wfp), il Fondo di emergenza per l’infanzia (Unicef) e l’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms), che hanno illustrato i dati contenuti nel nuovo rapporto su “Lo Stato della sicurezza alimentare e nutrizionale nel mondo 2018”, presentato a Roma. Come sottolineano nel documento, qualche progresso è avvenuto nella lotta contro la malnutrizione infantile, che tuttavia resta un fenomeno che colpisce quasi 151 milioni di bambini sotto i 5 anni nel mondo (22%), rispetto ai 165 milioni nel 2012. A livello globale, in particolare, Africa e Asia condividono il primato di questa problematica rispettivamente per il 39% e il 55%, con livelli estremamente alti nel continente asiatico (un bambino su 10 rispetto a uno su 100 in America Latina).
Tra le principali cause della crescita nella fame nel mondo, il rapporto punta il dito contro i cambiamenti climatici e fenomeni estremi come siccità e alluvioni, insieme ai conflitti e al rallentamento dell’economia. Fattori che in alcune regione del mondo hanno già colpito la capacità produttiva alimentare e, in mancanza di azioni, gli esperti si aspettano un aggravamento della situazione a causa dell’aumento delle temperature. Da qui, l’appello delle Nazioni Unite a rimboccarsi le maniche per raggiungere l’obiettivo della Fame Zero per il 2030, sostenendo il rifornimento di cibo sicuro e di alta qualità a tutti, così come gli sforzi per creare una resilienza attraverso politiche che promuovano l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione del rischio di disastri.
La situazione italiana: aiuti alimentari per 2,7 milioni di persone
In Italia il problema della fame e delle carenze alimentari riguarda quasi mezzo milione di bambini di età inferiore ai 15 anni, che ricevono aiuto per bere il latte o mangiare. Secondo la Coldiretti, i bambini in realtà sono solo la punta dell’iceberg di una situazione di disagio in cui si trovano ben 2,7 milioni di persone in Italia, sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea). Si tratta di famiglie che hanno beneficiato di sostegno per mangiare attraverso l’accesso alle mense dei poveri o molto più frequentemente con pacchi alimentari, che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini), che per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli: di queste ultime, infatti, hanno usufruito appena 114mila persone, mentre sono oltre 2,5 milioni quelle che hanno accettato l’aiuto dei pacchi di cibo.
La solidarietà per combattere la povertà e gli sprechi alimentari
La solidarietà alimentare vede attive oggi molte organizzazioni attraverso la distribuzione degli alimenti, dalla Caritas Italiana al Banco Alimentare, dalla Croce Rossa Italiana alla Comunità di Sant’Egidio. Nei mercati di Campagna Amica, spiega Coldiretti, è inoltre possibile praticare la “spesa sospesa”, una donazione libera per acquistare prodotti a favore dei più bisognosi. Si contano infine ben 10.607 strutture periferiche (mense e centri di distribuzione) ufficialmente riconosciute dall’Agea per la distribuzione degli aiuti, promosse da 197 enti caritativi e impegnate nel coordinamento degli enti territoriali.
Tuttavia, a fronte di questa drammatica di situazione di difficoltà – conclude la Coldiretti – ogni anno finiscono nel bidone della spazzatura prodotti alimentari per oltre 16 miliardi di euro, con gli sprechi domestici in Italia che rappresentano ben il 54% del totale e sono superiori a quelli nella ristorazione (21%), nella distribuzione commerciale (15%), nell’agricoltura (8%) e nella trasformazione (2%).