Giornata internazionale per i fanciulli vittime di aggressioni, istituita dall’Assemblea generale dell’Onu 40 anni fa, il 19 agosto 1982. Lo scopo è riconoscere e sensibilizzare sulle diverse forme di soprusi perpetrati nei confronti dei bambini in contesti di guerra, dal reclutamento dei “bambini soldato” ai rapimenti, dalle violenze sessuali alla tratta. In seguito il Rapporto Machel, pubblicato nel 1996 da Graça Machel su richiesta dell’allora segretario generale Boutros Boutros-Ghali, diede un forte contributo alla conoscenza degli effetti devastanti della guerra sulla vita dei bambini. Oggi anche l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile include uno target specifico, il 16.2, per il contrasto a tutte le forme di violenza contro i bambini.
Vittime di tratta
Secondo una recente analisi condotta dal Fondo Onu per l’infanzia (Unicef) e dal Gruppo di coordinamento interagenzie contro la tratta (Icat), il 28% delle vittime identificate della tratta a livello globale sono bambini. Nel contesto dell’Ucraina, gli esperti di protezione dell’infanzia dell’Unicef ritengono che i bambini rappresentino probabilmente una percentuale ancora più alta di potenziali vittime della tratta, dato che insieme alle donne sono la quasi totalità dei rifugiati.
Un conflitto non è purtroppo solo distruzione materiale e privazione di quei beni essenziali per tutti ma soprattutto i più piccoli, fino all’istruzione e al gioco. Nei teatri di guerra, infatti, le violazioni dei diritti dei bambini sono molteplici. E oggi, ma non da oggi, lo scenario è molto più vasto di quello che stiamo imparando a conoscere con il conflitto alla porta orientale dell’Europa. Sono infatti 250 milioni i bambini che vivono in Paesi e aree colpiti da conflitti, secondo le Nazioni unite, e negli ultimi anni le violenze contro queste piccole vittime innocenti sono in aumento…continua su