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GIORNATA MONDIALE DELL’AMICIZIA, UN MESSAGGIO DAI VILLAGGI SOS: “TUTTI UNITI SI CRESCE ANCHE… IN QUESTO MONDO STORTO!”

I bambini tra i 6 e i 15 anni dei Villaggi SOS si danno convegno presso il Centro estivo SOS di Caldonazzo, nato 66 anni fa per offrire vacanze serene e salutari ai ragazzi accolti fuori famiglia da SOS Villaggi dei Bambini. E in occasione della Giornata Mondiale dell’Amicizia lanciano un messaggio a tutti i coetanei del mondo: tutti insieme, grazie alla fratellanza che ci unisce, supereremo anche questa difficile estate di convivenza con il Covid-19. 

Quella di convivenza con il Covid-19 è un’estate un po’ diversa dal solito per tutti. Non fanno eccezione i bambini dei Villaggi SOS d’Italia che, come ogni anno, saranno ospiti del Centro estivo SOS  di Caldonazzo, nato più di 66 anni fa per consentire vacanze serene e salutari a tutti i ragazzini accolti fuori famiglia da SOS Villaggi dei Bambini.

Se le vacanze rappresentano un momento fondamentale per ogni bambino, perché gli permette di riposare, recuperare le energie, sperimentare, crescere e fare nuove esperienze, per i bambini dei Villaggi SOS le vacanze sono un’esperienza indispensabile anche per colmare un vuoto, quello provocato dal distacco dalla famiglia d’origine. E così le vacanze a Caldonazzo diventano una medicina per anima e cuore proprio quando la solitudine si fa sentire più forte.

Ma se di solito, durante la bella stagione, il Centro di Caldonazzo diventava la casa per circa 1.000 bambini tra i 6 e i 15 anni provenienti dai Villaggi SOS di tutta Europa, quest’anno ai bambini italiani non si affiancheranno i coetanei europei. La prudenza e le stringenti norme di distanziamento ancora necessarie non lo permettono.

Per lanciare un messaggio di vicinanza ai ragazzini di tutto il mondo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Amicizia (30 luglio) – un’importante ricorrenza che rende omaggio a uno dei sentimenti più puri e genuini di sempre – SOS Villaggi dei Bambini vuole celebrare la forza dei legami tra i bambini, fonte di energia inesauribile per i più giovani e ancor di più per quei ragazzini che attraverso il legame tra pari riescono in parte a sopperire alla mancanza del legame familiare.

La Giornata è stata istituita dall’Onu nel 2011 col fine di promuovere una cultura di pace tra i popoli, basandosi sull’idea che l’amicizia tra Paesi, culture e individui diversi possa ispirare gli sforzi di pace e far sì che tra le comunità si costruiscano ponti e non barriere.

Racconta Riccardo, bambino trent’anni fa: “Caldonazzo è dove ho imparato a nuotare, a tuffarmi dal trampolino. Ricordi tanti e belli: dalle escursioni ai falò, momenti vissuti insieme ai miei coetanei con grande gioia, dove ci si sentiva una grande famiglia. Finalmente non sentivo più quel dolore sottile che ti prende allo stomaco ogni mattina e ogni sera, quando rimani solo”. E i volti sorridenti dei bambini dei Villaggi SOS di ogni angolo del pianeta (raccolti nella photogallery allegata) sono la testimonianza più diretta ed eloquente di questo grande sentimento di fratellanza che aiuta a crescere, a superare le paure e a diventare grandi.

“Per tutti noi del Centro estivo SOS di Caldonazzo aprire le braccia a questi bambini significa accoglierli e lasciare che occupino uno spazio speciale nel nostro cuore. – dice Carmen Eberle, direttrice del Centro estivo SOS di Caldonazzo – Vorrei trasmettere il mio entusiasmo a tutte le persone che ci aiutano per far capire loro quanto è prezioso il loro sostegno. Di una cosa sono sicura: la generosità e la solidarietà verso questi bambini è una di quelle cose che migliorano il mondo”.

Sono storie di incontri e di accoglienza quelle che può raccontare chi attraversa i Villaggi SOS di tutto il mondo. Storie come quelle raccolte nel libro “In questo mondo storto”, curato dal Comitato Scientifico di SOS Villaggi dei Bambini diretto da Silvia Bergonzoli. Un progetto editoriale per dar voce alle storie di questi bambini, per riconoscere e dare un significato alle loro emozioni. “I bambini e i ragazzi sono i veri protagonisti di questo libro, che portano dentro di loro “storie storte”, la cui vita è fatta di ricordi sfuocati, di episodi drammatici, a volte violenti – spiega Bergonzoli – Ecco allora che scrivere quella storia permette di rileggersi e di partecipare al loro stesso racconto. Narrare la loro avventura vuol dire dare un senso a ciò che è accaduto fuori e dentro di loro, ad avere un prima, un adesso e quindi un domani”.

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