La capacità di intervento del gruppo ‘Unità di strada’ è riassunto nei 1.500 chilometri percorsi nell’area compresa tra il capoluogo regionale e la Bassa Valle. “Queste persone non sono ‘clochard’, cittadini che, al contrario, scelgono la strada”
AOSTA – “Abbiamo assicurato cibi e bevande caldi Ma anche abbigliamento e coperte a chi, per i più svariati motivi, è stato costretto a vivere per strada. Abbiamo risposto a 327 richieste”.
Paolo Sinisi presidente del Comitato Regionale della Croce Rossa Italiana esprime la sua soddisfazione per i risultati raggiunti nella prima fase del servizio: ‘Unità di strada’, avviato a gennaio 2018 su richiesta della Caritas diocesana, preoccupata dell’aumento dell’indigenza in Valle d’Aosta.
“La risposta è stata immediata e con il massimo slancio – dichiara Sinisi – anche per l’assistenza farmaceutica e sanitaria. Fini ad oggi, registriamo un solo ricovero di una persona affetta problemi respiratori. Interventi di supporto realizzati in 39 uscite con cadenza bisettimanale”.
Il presidente della Croce Rossa Regionale informa come siano tre gli operatori che incontrano questi sfortunati residenti. “Parliamo di volontari formati con corsi specifici mirati al sostegno sociale”.
Un supporto fondamentale per chi è precitato nell’abisso della disperazione dopo decenni di lavoro. Perdita dell’attività, separazioni famigliari, fallimenti societari hanno capovolto situazioni scandite da un certo benessere, da una rassicurante normalità. Per molti è stata ed è una scelta senza alternativa ‘affidarsi’ all’incertezza e alla precarietà di un quotidiano su strada. Sotto una tenda, in baracche di fortuna, dentro un sacco a pelo: i giacigli improvvisati diventati la ‘casa’ di chi trascina le sue giornate ‘marchiate a fuoco’ da un nulla desolante. Alcuni riescono a trovare un’occupazione saltuaria, ma ideale per riconquistare una nuova vita. Per altri, il cammino si rivela più lungo, tortuoso segnato da un destino che non concede tregua. Il distacco dalla famiglia si rivela in molti casi, irreversibile. Vicini di casa spariti nel ‘mare magnum’ dell’estrema precarietà, stemperata da un efficacissimo passa-parola che arriva sempre alle orecchie dei molti benefattori valdostani.
Ancora Paolo Sinisi: “Varia di continuo il numero di persone che aiutiamo. Dipende molto dall’evoluzione lavorativa, famigliare, sociale.“. Aggiunge: “Nel primo gruppo di ‘senza casa’ abbiamo incontrato un alcolista. Lo abbiamo convinto a rivolgersi ai servizi sanitari regionali.Speriamo molto in un suo recupero”.
Da pochi giorni è stata avviata la seconda fase di ‘Unità di strada’ con alcune novità: una uscita settimanale e aiuti quasi personalizzati. Sottolinea Sinisi: “Intendiamo esaudire le richieste in termini più consistenti. Dalla prima risposta alle esigenze primarie, vogliamo ampliare l’assistenza farmacologica e l’assistenza per le visite mediche. In una parola, un servizio qualitativo”.
Alla realizzazione del servizio ‘Unità di strada’ hanno contribuito: Il Banca Alimentare e Farmaceutico, i servizi sociali di Comune e Regione, la Caritas diocesana e l’associazione Abri fornitrice dei sacchi a pelo.