Un progetto che si sta realizzando nell’Ospedale Salesi di Ancona. I piccoli pazienti impareranno a conoscere e coltivare gli ortaggi, seguiti da esperti della condotta Slow Food. Per superare le difficoltà e aprirsi alla vita, presente e futura
Ancona – Non più odore di disinfettante, carrelli con garze, sensazione di disagio, ma profumo di erbe aromatiche, terriccio, verde. Un orto in corsia curato dai giovani pazienti dell’ospedale pediatrico Salesi di Ancona, creerà un ricordo diverso di una degenza ospedaliera.
Un progetto che ha l’ambizione di diventare permanente, frutto di collaborazione tra Slow Food Ancona Conero, Fondazione Salesi (di supporto ai bimbi ospedalizzati) e direzione ospedaliera H.o.r.t dell’Università Politecnica delle Marche, non è solo di educazione alimentare ma rappresenta una co-terapia (come pet, clown e musica) per creare un ambiente in cui i trattamenti siano più efficaci e personalizzati, e un’opportunità pedagogica.
“L’iniziativa si presenta – secondo la coordinatrice giocoterapeuta Paola Cingolani – come un’importante opportunità pedagogica”. “Prendendosi cura delle piantine, i piccoli si prendono cura anche di se stessi” – spiega Carlo Rossi, presidente della Fondazione Salesi, “e comprendono che c’è sempre un modo per andare oltre ogni ostacolo, anche nella malattia“.
I bimbi impareranno con laboratori e ‘garden socks mobili‘, come far crescere fiori, erbe aromatiche e ortaggi. Dovranno annotare le attività in un cartellone colorato e poi tramandare l’impegno ad altri giovani ricoverati dopo di loro.
Oggi prima lezione in Pediatria (poi toccherà ai piccoli di Neuropsichiatria) con l’agronomo Ugo Pazzi, presidente Slow Food Marche, che ha spiegato come riconoscere le piante con l’olfatto e come seminare. L’iniziativa prevede che i piccoli pazienti sopra i 3 anni adottino una piantina e imparino a farla crescere sulla base dei consigli di esperti. Le piante sono state seminate in “salsicciotti” di terriccio che saranno presto l’orgoglio dei rispettivi pazienti-ortolani che annotano ogni intervento.
“L’Orto in Corsia rappresenta un altro passo – hanno osservato i medici di Pediatria Paride Palumbo e Alessandro Volpini – verso una sempre maggiore umanizzazione dell’ambito ospedaliero e come supporto della terapia ‘classica’, anche grazie al coinvolgimento di genitori e nonni dei bimbi ricoverati. Creerà poi un ponte ideale tra il reparto d’ospedale e casa, dove i bimbi potranno, una volta dimessi, far tesoro di questa nuova sensibilità.