1.6 milioni sono i donatori di sangue in Italia, una soglia troppo bassa che si scontra con un fabbisogno di sangue ed emocomponenti molto maggiore. L’età media di chi dona è pari, o superiore, a 45 anni: questo determina un mancato ricambio generazionale, concausa dell’emergenza registrata. Un’ulteriore criticità è legata alla ricorrenza della donazione: i donatori di sesso maschile e le donatrici in età non fertile possono donare ogni 90 giorni, ossia ogni 4 settimane; mentre, per le donatrici in età fertile le possibilità si dimezzano[1].
Consapevole di questo scenario e partendo da una personale esperienza di dipendenza dalle donazioni di sangue, Chiara Schettino – oggi 21enne – ha fondato Rosso, startup nata nel 2022 con l’obiettivo di azzerare, in un arco temporale di 10 anni, l’emergenza di sangue in Italia.
“All’età di 19 anni ho scoperto di essere affetta da una malattia ematologica. Sono stata costretta a trasferirmi a Roma, una delle città più colpite dall’emergenza di sangue – commenta Chiara Schettino, founder di Rosso – È capitato che dovessi attendere anche 15 ore prima di ricevere le sacche a me destinate per la trasfusione; sicuramente, il periodo pandemico ha avuto un ruolo, ma non può essere considerato la causa: la pandemia non ha fatto altro che aggravare una situazione di emergenza già esistente”.
Informazione, sensibilizzazione e conversione: questa l’operatività di Rosso
Se il macro-obiettivo di Rosso è azzerare l’emergenza di sangue in Italia, per farlo Chiara Schettino, con il suo team, si pone obiettivi a breve termine. Infatti, Rosso si schiera al fianco di ospedali e associazioni di categoria, con l’intento di reclutare un numero sempre maggiore di donatori, che mantengano un’alta frequenza di donazione; ha avviato, inoltre, una stretta collaborazione con aziende ed enti universitari per affermare e consolidare una vera e propria cultura della donazione; ma affianca anche il singolo, accompagnandolo in tutto l’iter, dalle campagne di informazione e sensibilizzazione, sino alla prenotazione della sede e dell’orario più adatto per il donatore.
“Pur essendo il frutto di un’esperienza personale, Rosso non è un progetto incentrato sulla mia persona – continua Chiara – Quello che desidero è trasmettere a sempre più coetanei – e non – l’entusiasmo e la determinazione di aiutare concretamente, con un gesto davvero semplice e della durata di pochi minuti. Di questo ne sono la prova molti giovani che ho avuto modo di conoscere in prima persona e che, impegnati in altri progetti di impatto sociale, hanno colto il fil rouge che lega tutti noi a Rosso: per questo hanno deciso di sostenere e supportare la mia iniziativa”.
Rosso, infatti, ha dato vita anche al progetto “Young Ambassador”, che coinvolge giovani under 35 dal forte impatto sociale, impegnati in sfide che contribuiscono concretamente a uno sviluppo della società sano e sostenibile. Questa community si identifica nella consapevolezza dell’importanza delle donazioni di sangue, laddove il benessere psicofisico di una persona è la condizione necessaria per affrontare le sfide quotidiane individuali e non. L’obiettivo del progetto è quello di creare un network di game changer che, convinti dell’importanza della condivisione, uniscano le proprie forze nel sensibilizzare i coetanei sulla necessità di offrire il proprio contributo per risolvere l’emergenza sangue in Italia.
Tra i game changers, il neo-diciottenne Eugenio Russo, studente presso l’Istituto Tecnico per il Turismo Cristoforo Colombo. Grazie al TEDxYouthITTColombo da lui organizzato, all’interno di una sfida più ampia volta a migliorare il mondo dell’educational e dell’istruzione scolastica italiana, è riuscito a portare a scuola il tema della donazione di sangue.
Proprio per il profondo impegno sociale dimostrato, inoltre, Eugenio è stato promosso a CEO di Conthacko, un movimento che vuole supportare, orientare e formare giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni al mondo imprenditoriale.
“Per quanto giovane, mi impegno da tempo nel sociale, soprattutto con l’obiettivo di contribuire a dare una svolta all’istruzione italiana e, più in generale, al mondo dell’educational – commenta Eugenio Russo – Proprio per questo non potevo non farmi sostenitore di Rosso: ho voluto fortemente portare a scuola l’ambiziosa iniziativa di Chiara. Penso che il significato più profondo dell’educazione vada oltre la trasmissione di nozioni, ma si agganci alla sfera della consapevolezza e della volontà: se la scuola riesce a orientare verso comportamenti sostenibili, nel senso più ampio del termine, allora sì che può essere considerata, come si dice in gergo, una vera e propria scuola di vita”.
Anche la ventiduenne Chiara Oddi rientra nella community dei game changers. Studentessa di Scienze Politiche presso l’università Luiss Guido Carli a Roma, è Presidente di Hortensia, la prima associazione transfemminista in Luiss, nata nel 2021 con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità studentesca sulle tematiche di inclusione e sostenibilità. Avendo vissuto tra l’Italia e il Perù è cresciuta in un contesto culturalmente ricco e variegato, che ha fatto sì che Chiara sviluppasse una profonda sensibilità sociale. Grazie all’esempio del padre, anch’egli donatore, si è avvicinata all’iter della donazione del sangue diventando donatrice, iscrivendosi a A.I.D.O e ADMO e decidendo di supportare Rosso, promuovendo il progetto all’interno del contesto universitario.
“Rosso ha la capacità di colmare quei vuoti informativi e motivazionali che spesso determinano nei giovani una resistenza e di affiancare questi in tutto l’iter, fino alla donazione vera e propria – commenta Chiara Oddi – Ho sempre considerato la donazione come un atto d’amore, di fratellanza e sorellanza, più semplicemente di umanità. Mi impegno costantemente nel sociale e sono convinta che le varie cause, per quanto diverse, siano connesse da un fil rouge: ognuna accresce la sensibilità sociale, favorendo una maggiore consapevolezza di come le nostre azioni, nel bene o nel male, abbiano un impatto sulla vita altrui e sull’ambiente”.
“Credo molto nella forza della community – conclude Chiara Schettino – Proprio per questo non posso che essere fiera del sostegno che stiamo ricevendo e delle connessioni che stiamo consolidando. Le nostre attività si stanno focalizzando, infatti, anche nella costruzione della più grande anagrafe europea di donatori di sangue under 45, per creare una rete di solidarietà che possa essere una soluzione concreta all’emergenza di sangue. Se ci fermiamo a riflettere, il sangue è fonte vitale alla base di ogni attività. La donazione impegna un tempo di 10 minuti che possono rappresentare una vera e propria speranza per chi di quel sangue ne fa una reale opportunità di vita”.