Durera’ quattro anni il progetto ‘Supera-Supporting the promotion of equality in research and academia’ che l’universita’ di Cagliari coordinera’ per superare la discriminazione delle donne e favorire la parita’ di genere nella ricerca scientifica. Finanziato con fondi europei di Horizon2020 e coordinato dal docente Luigi Raffo (delegato della rettrice Maria Del Zompo in materia di progetti internazionali), il programma prevede due questionari on line, uno rivolto a docenti, ricercatori e personale amministrativo, l’altro agli studenti: le loro risposte consentiranno di definire il contesto, inclusi i meccanismi di selezione e avanzamento di carriera, i processi decisionali, gli stereotipi di genere e le molestie sessuali.
In tutto l’ateneo, inoltre, operera’ una rete di monitoraggio permanente, cui sara’ affiancata una serie di Fab Lab sul tema. Per finanziare le iniziative l’universita’ ha a disposizione 280 mila euro, mentre 100 mila euro sono assegnati alla Regione Sardegna. “E’ un progetto che aiuta a togliere la testa da sotto la sabbia”, spiega la rettrice dell’ateneo di Cagliari, “e si propone di applicare il metodo scientifico a una realta’ che ha bisogno di uscire dalla melma delle opinioni discordanti.
Qui non si tratta di ascoltare opinioni, ma di cercare di comprendere bene le dimensioni di un fenomeno che esiste, e tutti insieme – docenti, personale, studenti – portare avanti un percorso di lotta alla discriminazione e di promozione della parita’ di genere”. L’universita’ di Cagliari gestira’ uno dei due progetti approvati in tutta Europa sul tema dell’equilibrio di genere, in questo caso nel mondo della ricerca scientifica, a valere sui fondi Horizon2020.
“Nessuno di noi e’ sufficientemente distante dalle questioni di genere per non occuparsi di gender equality plan”, sottolinea Raffo, “perche’ questo riguarda la qualita’ della nostra vita e la qualita’ della ricerca che facciamo”. “Vogliamo una inclusivita’ al 100%”, auspica Cristina Cabras, docente del dipartimento di Pedagogia, psicologia, e filosofia dell’ateneo sardo. “Docenti e studenti andranno a caccia dei pregiudizi in ogni settore. Siamo molto motivati e andremo avanti grazie al coinvolgimento di tutti. Il genere deve restare soltanto una contaminazione, una possibilita’ condivisa per tutte e per tutti”.
“La fase di avvio”, evidenzia Ester Cois, docente del dipartimento di Scienze sociali e delle istituzioni, “prevede la somministrazione di un questionario on line che sara’ compilabile in 15 minuti, e la creazione di una rete permanente su base volontaria in tutto l’organigramma dell’Ateneo, una sorta di ‘sentinelle’ che scoveranno le criticita’. A questi si affiancheranno i Fab Lab, specifici laboratori sul tema”.
Il piano per la parita’ di genere che sara’ costruito nei quattro anni di lavoro per contrastare discriminazioni e pregiudizi potra’ essere esportato in altri contesti.”La strada e’ lunga”, ha aggiunto la rettrice Del Zompo, “ma anche un certo modo di portare avanti la politica tende a favorire l’idea di mascolinita’ nella nostra societa’: oggi devi essere per forza deciso, duro, tratti caratteriali che certamente non appartengono di base ad una figura femminile“.
“Intervenire sugli effetti negativi degli stereotipi e dei pregiudizi e’ indispensabile”, sostiene Cabras. “La letteratura scientifica mostra che si tratta di pregiudizi presenti fin dalla tenera eta’. L’elemento di genere a parita’ di curriculum influenza il risultato che si ottiene nella valutazione. Il nostro obiettivo e’ non solo rilevare, ma comprendere e spiegare le ragioni delle disuguaglianze”.
(AGI)