Sostenere le vittime di racket e di usura siciliane attraverso la messa in campo di un team di professionisti in grado di assistere gli imprenditori in ogni momento del loro percorso di liberazione dei loro aguzzini. A partire da quando decidono di denunciare sino alla fase dell’attività giudiziaria, passando attraverso tutte le altre iniziative finalizzate a superare le difficoltà economiche e di qualunque altro genere si presentino.
Una vera e propria “adozione sociale”, messa in campo dall’associazione antiracket “Acis-Rete per la legalità” di Sant’Agata di Militello attraverso il programma finanziato dal Ministero dell’Interno nell’ambito dell’Azione 4.2.2 “Azioni di prevenzione e contrasto ai fenomeni del racket e dell’usura” del Pon Legalità 2014-2020.
«Un percorso a 360 gradi – spiega Pippo Scandurra, vicepresidente nazionale di “Sos Impresa- Rete per la Legalità – che non si limita a sollecitare l’imprenditore a denunciare, lasciandolo poi solo con tutte le conseguenze che questa decisione comporta, ma lo accompagna standogli materialmente vicino nel processo di affrancamento e di uscita dal tunnel dell’estorsione e dell’usura. Un percorso per nulla indolore, nel quale gioca un ruolo fondamentale il recupero della fiducia nei confronti delle istituzioni e negli strumenti normativi per mettere gli imprenditori nelle migliori condizioni per ridare slancio alla propria attività economica. Anche e soprattutto grazie al team di professionisti che abbiamo messo in campo».
Professionisti che hanno una lunga esperienza nel settore dell’antiracket e dell’antiusura, affiancando e rafforzando l’esperienza decennale dell’Acis nella costituzione anche come parte civile in numerosi processi antimafia.
«Il programma che abbiamo messo in campo – prosegue Scandurra – non lo abbiamo pensato come uno sportello di consulenza. Non a caso parliamo di “adozione sociale”, proprio perché a monte c’è la forza di una rete composta da associazioni e imprenditori che vivono quotidianamente la difficoltà di fare impresa, facendo fronte comune contro l’offensiva mafiosa. Una sinergia fondamentale in progetti del genere».
Un’azione che vuole, però, andare oltre, facendo da pungolo e sollecitando la discussione in merito agli strumenti e accordi quadro da mettere in campo per andare incontro anche a tutte le nuove esigenze sorte in conseguenza del Covid.
«Nessuno può negare che la libera impresa, l’economia sana – dice in conclusione il vicepresidente nazionale di “Sos Impresa- Rete per la Legalità” – è stata danneggiata non solo dalla Pandemia in se stessa, ma anche dalla criminalità mafiosa che ci ha visto sin dall’inizio e ha immediatamente approfittato mettendo in ginocchio il mercato. Una crisi dalla quale non sappiamo quando ci riprenderemo. Ecco anche perché la nostra azione non vuole essere solo la spalla su cui appoggiarsi momentaneamente, ma vuole fare la differenza chiedendo per esempio la revisione dell’accordo quadro disatteso dagli istituti di credito. Proposta fata dal Ministero degli Interni con associazioni antiracket e banche, per fare in modo di dare risposte che fronteggino l’attuale situazione economica, ma che guardino pure lontano, a un futuro più certo per tutti noi».
Risposte, dunque, quelle che cercano e si aspettano gli imprenditori e che, anche grazie al “Programma di adozione sociale” promosso dall’”Acis-Rete per la legalità” di Sant’Agata di Militello, si spera comincino ad arrivare.
Nel frattempo, chiunque abbia bisogno di parlare con uno dei professionisti può chiamare al 333.4595962 o al 339.5466595. Si può anche scrivere a uno dei due indirizzi di posta elettronica: [email protected]. e [email protected]. Inutile dire, ma lo ribadiamo, che ogni appuntamento sarà trattato con la massima riservatezza e discrezione, valutando insieme il percorso migliore e più sicuro per uscire dal giogo del racket e dell’usura.