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A Capodimonte la rievocazione storica delle “Quattro giornate di Napoli” del 1943

“Diamo un futuro alla memoria” questo è il titolo della manifestazione che si terrà a Napoli nel Real Bosco di Capodimonte domenica 30 settembre 2018, nell’ambito delle celebrazioni del 75° anniversario delle Quattro Giornate

“Diamo un futuro alla memoria” questo è il titolo della manifestazione che si terrà a Napoli nel Real Bosco di Capodimonte domenica 30 settembre 2018, nell’ambito delle celebrazioni del 75° anniversario delle Quattro Giornate. L’evento organizzato dall’Associazione Amici del Real Bosco di Capodimonte in collaborazione con l’Aeronautica Militare si aprirà  all’Auditorium del Museo di Capodimonte con la presentazione della nuova edizione del libro Prima dell’Oblio. Le Quattro Giornate a Capodimonte e l’aviere ritrovato di Carlo Verde, Pietro Riccio, Sara Cucciolito, Paola Verde, edito dalla Rivista Aeronautica. Il testo ricostruisce, sulla base di documenti d’archivio e di testimonianze dell’epoca, i fatti del settembre 1943 che portarono alla fucilazione di tre uomini e un ragazzo nel Real Bosco di Capodimonte in seguito alla morte di un soldato tedesco. Si conosceva, infatti, soltanto l’identità di due caduti: Salvatore Palumbo ed il figlio Ciro perché originari del quartiere, mentre erano rimasti ignoti fino al 2013, anno della pubblicazione del libro: Gaetano Rescigno di Castel San Giorgio e l’Aviere Scelto Angelo Ciòrciari di Sanza. Nello stesso tempo lo studio ha evidenziato la figura ed il ruolo della signora tedesca Eva Schmidt che scongiurò la fucilazione di altre decine di uomini rastrellati dalle proprie case, intercedendo presso il comando della Divisione “Goering” acquartierata proprio nel Real Bosco di Capodimonte   
La manifestazione continuerà, per la prima volta a Napoli, con la rievocazione storica, di quei fatti, narrati nel libro. La rievocazione, con figuranti in costume e mezzi militari d’epoca nasce proprio con lo scopo di promuovere correttamente la memoria storica del territorio e restituire alle nuove generazioni un alto valore formativo e orientativo. Le scene che rappresenteranno: la deportazione, l’arresto del giovane aviere, il coraggioso intervento di Eva Schmitt, la fucilazione, potranno essere considerate delle  “generatrici di identità”, nonché un vero e proprio mezzo di “educazione alla memoria”  dando la possibilità ai più giovani di imparare ad utilizzare correttamente sia gli scenari storiografici, sia le azioni interpretative della Storia, guidati dal senso di responsabilità verso il nostro passato e dalla consapevolezza che il presente può e deve essere un terreno sempre fertile di dialogo e di confronto. 

Foto sotto: Napoli nel 1943 (vesuviolive.it) 

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