(Foto ©Alessandro Treves)
Pubblicato il: 28/01/2019 17:17
“Dopo il debutto di ‘Carmen’ al Teatro dell’Opera di Roma in un nuova creazione affidata al coreografo Jiri Bubenicek, ritornerò per la quarta volta sul palcoscenico dell’Ariston a Sanremo accanto a Friedeman Vogel in un passo a due firmato per l’occasione da Giorgio Mancini”. E’ quanto dichiara l’étoile internazionale e direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, Eleonora Abbagnato, presentando oggi la nuova produzione del Costanzi, ‘Carmen’ (dal 2 al 10 febbraio) interpretata da Rebecca Bianchi e dall’artista ospite Amar Ramasar, principal dancer del New York City Ballet. Accanto a Susanna Salvi in scena, nei ruoli principali, anche Claudio Cocino, Alessio Rezza, Michele Satriano, Gaetan Vermeulen. (FOTO)
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Il coreografo di origine polacca è ritornato alle origini del ‘racconto’ di Merimée. Diversamente dall’opera di Bizet, non ci saranno alcuni personaggi-chiave come Escamillo e Micaela, mentre nella ‘Carmen’ di Bubenicek apparirà Garcia, il marito della protagonista. Felice di questa nuova prima Eleonora Abbagnato. ”Mi sarebbe piaciuto danzarla – ha detto – ma non c’è stato il tempo di provare. E’ un balletto al quale sono particolarmente affezionata. Ho danzato la versione Roland Petit con la quale sono stata incoronata ‘étoile’ a Palais Garnier. A luglio all’Opera di Parigi sarò la protagonista della rilettura coreografica di Mats Ek”.
E su Jiri Bubenicek, un passato accanto a John Neumeir, aggiunge la direttrice del corpo di ballo capitolino: ”Jiri è una grande coreografo, un uomo e un artista affascinante per intelligenza e talento coreografico, fondamentale per la crescita della compagnia. Spero che la sua ‘Carmen’ possa girare in tournée”. Il balletto è stato costruito sulla partitura di George Bizet con interventi musicali di Manuel de Falla, Albeniz, Mario Castelnuovo Tedesco e del maestro compositore Gabriele Bonolis.
”Sono partito dal testo letterario originario – spiega Bubenicek – E’ quello che faccio sempre con le mie composizioni, attingere alle fonti. Anche se con la mia ‘Carmen’ ritorno alla mia infanzia. Sono cresciuto in una famiglia di artisti circensi, i miei genitori erano acrobati, con loro ho viaggiato moltissimo. Ricordo gli incontri con le comunità gipsy – aggiunge – Spiriti indomabili, istintuali, come gli animali, ma senza nessuna offesa, naturalmente. Così è Carmen, femme fatale, donna indomita, ingovernabile, irrefrenabile. Un personaggio attualissimo. Ama la libertà. Dovrebbe essere un modello per molte donne, oggi”.
E sulla ‘narrazione’ e il ‘racconto’ nella danza, spiega ancora Bubenicek: ”Amo la scena, amo gli attori. Nella Repubblica ceca, dove ho vissuto, c’è una grande tradizione teatrale. Anche se, confesso, non c’è in fondo mai nulla di astratto nella danza. Due danzatori che si esibiscono sul palco sono narrazione allo stato puro”. E il prossimo appuntamento, dopo il debutto di ‘Carmen’ al Teatro dell’Opera di Roma, sarà a Stoccolma con una creazione liberamente ispirata al ‘Processo’ di Kafka.
”Nei mei spettacoli accanto alla danza- confessa- ci sono spesso attori sul palcoscenico. Del resto amo l’arte e lo spettacolo senza nessun confine. Ricordo che, da bambino, nel mio paese non si potevano vedere film americani. Mio padre, grazie ad amici che lavoravano all’ambasciata degli Stati Uniti, riusciva e farsi recapitare pellicole ‘proibite’. Ricordo di aver visto il ‘Dottor Zivago’ almeno 50 volte”.
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