L’attore di origini irlandesi e cherokee diventò famoso con la popolare serie tv “Hawk l’indiano. Il successo al cinema arrivò con “Un tranquillo week-end di paura”. Nel 1997 arrivò per lui la candidatura agli Oscar per il film “Boogie Nights”
Insieme a Charles Bronson aveva i baffi più famosi di Hollywood. Burt Reynolds è morto oggi, all’età di 82 anni. Uscito di scena come nei suoi film dove l’America sapeva sempre la differenza tra il Bene e il Male. E lui sceglieva la parte giusta. Qualche volta in maniera un po’ rude. Ma era così che lo volevamo.
Già nel viso aveva dentro tutte le contraddizioni e la ricchezza di un Paese che aveva bisogno di tutti. E Burt con i modi bruschi da discendenti degli irlandesi e gli occhi esotici del suo sangue cherokee era l’emblema perfetto. Il successo arriva con «Un tranquillo weekend di paura», un ossimoro di tutti gli incubi in un film che è insieme thriller e psicodramma. Una vacanza che diventa incubo e forse c’entra anche la guerra col Vietnam che, in quegli anni, angoscia un Paese intero. Rifiutò niente meno che la parte dell’agente segreto più famoso al mondo: 007. Una saga che avuto un successo universale.
Più leggero, ma neanche tanto «Quella sporca ultima meta», metafora di un’America che va avanti e ce la fa. Anche se prende botte e la partita è brutta sporca e cattiva. Reynolds è stato anche regista e attore in tv. Candidato anche all’Oscar senza mai vincerlo, ma non è importante. Ed era per «Boogie Nights», l’altra Hollywood quella che lui sopportava. (Corsera)