Ricoverato da un mese all’ospedale San Raffaele di Milano per l’infezione da Covid 19, è morto il critico Germano Celant , 80 anni, fondatore dell’arte povera. Il critico, nato a Genova nel 1940, aveva manifestato i primi sintomi di ritorno dagli Stati Uniti , dove era stato per l’Armory Show. Celant lascia la moglie, Paris Murray, e il figlio, Argento Celant. Era nato a Genova nel 1940. Nel 1997 è stato curatore della Biennale di Venezia; dal 1989 era senior curator al Guggenheim Museum di New York. Dal 2015 era direttore artistico della Fondazione Prada, realizzando importanti mostre tra Milano e Venezia.
Celant ha teorizzato, alla fine degli anni ’60, l’Arte Povera, presentata con mostre e scritti (a partire da “Appunti per una guerriglia”, 1967). La definizione di “arte povera” fu coniata per designare un gruppo di artisti italiani (tra gli altri Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali ed Emilio Prini), presentati nel 1967 nella prima mostra alla Galleria La Bertesca di Genova, destinati a riscuotere un grande successo internazionale negli anni successivi. Questi artisti, secondo la presentazione del critico nel catalogo, operano in una “nuova dimensione progettuale che mira ad intendere lo spazio dell’immagine, non più come contenitore ma come campo di forze spazio-visuali”.
Celant ha delineato la teoria e la fisionomia del movimento attraverso continue mostre, tra cui spicca “Conceptual Art, Arte Povera, Land Art” del 1970. Dopo la mostra “Off Media”, svoltasi a Bari nel 1977, Celant iniziò a collaborare con il Guggenheim Museum di New York, che poi lo arruolò in seguito come curatore stabile.
Al Guggenheim Celant ha allestito nel 1994 la grande mostra “Italian Metamorphosis 1943-1968”, con l’obiettivo di avvicinare l’arte italiana contemporanea alla cultura americana. L’intendimento di internazionalizzare l’arte italiana aveva già caratterizzato le mostre da lui curate al Centre Pompidou di Parigi (1981), alla Royal Academy of Arts di Londra (1989) e a Palazzo Grassi a Venezia (1989).
Nel 1996 Celant ha curato la prima edizione della Biennale di Firenze Arte e Moda, evidenziando un concetto di arte in costante evoluzione, strettamente connesso con la cultura contemporanea intesa come espressione dinamica di una creatività globale. Nel 1997 venne nominato direttore della 47esima Biennale d’Arte di Venezia.
Dopo aver realizzato a Genova la grande mostra “Arti & Architettura” (2004), si è dedicato alla curatela di grandi progetti della Fondazione Prada a Milano e Venezia ed è stato curatore della Fondazione Vedova a Venezia. Tra le sue curatele recenti anche la mostra “Art & Food” alla Triennale di Milano, in occasione di Expo 2015.
Tanti i messaggi di cordoglio. “Il mondo della cultura e della creatività oggi piange la scomparsa di un altro suo grande esponente ” , ha commentato il ministro della cultura Dario Franceschini esprimendo il suo cordoglio. “Germano Celant, cui si deve una delle avanguardie creative italiane più feconde del Novcento, lascia un’Italia impoverita del suo genio e del suo talento”. “Quello con Germano Celant è stato un rapporto più che fraterno, ci conosciamo e lavoriamo insieme dalla metà degli anni Sessanta. Abbiamo avuto così tanto da dire e da fare insieme….”. Convalescente nella sua casa di Biella, anche lui colpito dal Coronavirus che lo ha tenuto quattro settimane in ospedale, Michelangelo
Pistoletto piange l’amico e il compagno di lavoro.