Michel Legrand (FOTOGRAMMA)
Pubblicato il: 26/01/2019 10:45
Il compositore, pianista e direttore d’orchestra francese Michel Legrand, vincitore di tre premi Oscar per la miglior colonna sonora, autore delle musiche per oltre centocinquanta film per il cinema e per la televisione, è morto la notte scorsa a Parigi all’età di 86 anni. Era nato a Parigi il 24 febbraio 1932.
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Legrand ha vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora ben tre volte: nel 1969 con “Il caso Thomas Crown” di Norman Jewison, nel 1972 con “Quell’estate del ’42” di Robert Mulligan e nel 1984 con “Yentl” (1983) di Barbra Streisand, meritandosi inoltre numerose nominations, a partire da quella per le musiche di “Les parapluies de Cherbourg” (1964) di Jacques Demy.
Il suo primo album “I love Paris” (1954), una raccolta di classici francesi adattati in inglese, vendette 8 milioni di copie. Negli anni successivi il suo nome si legò ad alcuni classici della Nouvelle vague francese finché, chiamato a Hollywood, ebbe modo di lavorare con i maggiori registi (Orson Welles, Louis Malle, Costantin Costa-Gavras). Nel corso degli anni Ottanta e Novanta predilesse le collaborazioni con altri musicisti e le tournée con la sua orchestra. La sua opera di compositore è celebrata in “Le cinéma de Michel Legrand”, raccolta delle sue migliori colonne sonore (2005).
Musicista dalla forte vena melodica, Legrand cominciò a comporre per il cinema negli anni Cinquanta, collaborando con alcuni registi della Nouvelle vague e contribuendo allo sviluppo della cinematografia francese con oltre 150 partiture. Nelle sue colonne sonore ha dapprima privilegiato il ricorso al jazz e alla musica leggera, per poi gradualmente inserire costruzioni più complesse.
Legrand scoprì il pianoforte da bambino, come autodidatta, nei pomeriggi passati da solo a casa, mentre la madre era al lavoro. Ciò gli consentì di entrare precocemente al Conservatorio di Parigi, dove studiò direzione d’orchestra e composizione con Nadia Boulanger e Henri Chaland. Dopo il diploma, acquistò notorietà come cantante e autore di canzoni e diresse complessi di musica leggera e di jazz. In questo ruolo esercitò le sue qualità di orchestratore e arrangiatore, che sarebbero risultate rilevanti nel lavoro per il cinema, cui si dedicò in modo quasi esclusivo a partire dagli anni Sessanta. Nel 1968 si trasferì negli Stati Uniti, alla ricerca di condizioni di lavoro migliori rispetto a quanto il cinema francese offriva ai compositori, ma in seguito tornò in Francia, pur continuando a collaborare con Hollywood.
Negli anni Sessanta e Settanta Legrand compose colonne sonore classicamente centrate sul tema dei titoli di testa, spesso costituito da una canzone. Molte di queste canzoni ebbero successo e diffusione indipendentemente dal film.
Per Demy firmò anche le musiche di “Josephine” (1967), “La favolosa storia di Pelle d’asino” (1970), “Lady Oscar” (1979), “Parking” (1985) e “Trois places pour le 26” (1988). Nel film “Base artica Zebra” (1968) di John Sturges, il tema musicale inventato da Legrand per sottolineare ogni emersione del sottomarino diviene elemento costitutivo del film. In “Il caso Thomas Crown”, la colonna sonora, basata sulla canzone che accompagna i titoli di testa (“The windmills of your mind”), presenta elementi jazz e swing degli anni Cinquanta.
Ancora costruita su un tema principale è la partitura con cui Legrand vinse il secondo Oscar, “Quell’estate del ’42”, mentre il jazz diviene elemento centrale in “La signora del blues” (1972) diretto da Sidney J. Furie, basato sulla vita della famosa cantante Billie Holiday.
Negli anni Ottanta e Novanta Legrand ha aggiornato in parte lo stile popolare e leggero dei suoi temi, mantenendo tuttavia invariata la struttura fondamentale delle sue colonne sonore. Oltre al musical “Yentl”, Legrand ha lavorato in numerose produzioni britanniche e statunitensi. Con “Dingo” (1992) di Rolf de Heer è tornato a fare ricorso al jazz, avvalendosi dello straordinario apporto di Miles Davis. Tra le collaborazioni con registi francesi, spicca quella con Claude Lelouch per “I miserabili” (1995). Realizzando il film “Cinque giorni a giugno” (1989) Legrand si era messo in precedenza alla prova anche come regista.
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