“Se le cose continuassero malauguratamente ad andare male e un giorno dovessi vivere di sola pensione non me la passerei tanto bene. Il mio assegno ammonta a 1470 euro al mese, fino a qualche mese fa erano soltanto 1370. Non capisco come sia possibile visto che nella mia vita ho sempre versato i contributi, fin da quando ero contadino qui in Puglia e poi metalmeccanico a Milano”. È lo sfogo che Al Bano Carrisi, 77 anni, ha consegnato all’Agi dopo avere fatto due conti. L’artista, che le misure anticoronavirus hanno inchiodato alla sua tenuta di Cellino San Marco, ha dovuto annullare i suoi concerti programmati “in Russia, Romania, Austria, Germania, Spagna, Cina, Australia”.
Una categoria in difficoltà
Il suo grido d’allarme, chiarisce, non è solo per se stesso, ma per tutta la categoria costretta a stringere la cinghia: “Ho calcolato che i miei risparmi mi faranno stare tranquillo per due anni. Se sono in difficoltà io, figuriamoci gli altri”. Tanto che, davanti a un gesto eclatante come quello di Sandra Milo, che si è incatenata davanti a Palazzo Chigi per farsi ricevere dal premier dice: “Accedere alle stanze del potere dovrebbe essere più semplice, io per ora non ho in mente di incatenarmi, ma se ce ne fosse bisogno non mi tirerei indietro”.
Incognita sul futuro di chi fa spettacolo
Se sulla ripresa dei concerti all’estero “c’è un grandissimo punto interrogativo”, Al Bano è scettico anche sulla data nostrana del 15 giugno, quando in Italia scatterà il semaforo verde per la ripresa degli spettacoli, disciplinata da linee guida che prevedono un massimo di 200 spettatori al coperto e di mille all’aperto: “Sono in attesa di vedere cosa succederà il 15 giugno, ma mi sembrano regole inapplicabili – chiarisce – nei miei concerti vengono normalmente circa diecimila spettatori, con un massimo di mille non riuscirei a coprire neanche le spese per i tecnici”.
Molte le spese
Il Covid-19, chiarisce, ha bloccato l’ingranaggio del suo business: “Con gli incassi dei miei concerti io finanzio i miei vigneti, la mia azienda vinicola, l’albergo, il ristorante e pago gli stipendi dei miei 50 dipendenti – chiarisce – adesso ho solo uscite e nessuna entrata, a parte quella, che non ripiena certo le spese, relativa al mio vino”.
Al Bano e i dinosauri
Sulla satira social che lo ha investito dopo le sua gaffe a Domenica in relativa all’esternazione “sull’uomo che ha distrutto i dinosauri“, chiarisce: “Volevo sottolineare la grande forza d’animo dell’umanità ma se è servita a regalare un sorriso a qualcuno in questo periodo così tragico sono comunque contento”. Si è parecchio divertito anche “con la gag che mi ha dedicato Striscia la notizia e con i miei figli ci siamo fatti delle gran risate con il videogioco nato sul web (‘Al Bano vs Dinos’ ndr) in cui sfido con gli acuti di ‘Felicità’ i dinosauri'”.
L’amata terra
Incassi a parte, in questo periodo la rinuncia più grande, spiega, è il non poter cantare: “È quello che più mi manca, anche se, in compenso, il lockdown mi ha fatto riscoprire la campagna”. Uno sfizio/investimento, nonostante i tempi bui, però se l’è voluto concedere: “Mi sono appena regalato altri due ettari di terreno, metà li dedicherò alla vigna, metà alla semina”. In tutto adesso i suoi ettari ora sono 152.