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Boomdabash: “Il nostro reggae a Sanremo ha il sapore della rivalsa”  

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di Antonella Nesi

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Per noi Sanremo è un grande traguardo ed ha il sapore della rivalsa dopo i tanti sacrifici fatti in 15 anni”. Biggie Bash, all’anagrafe Angelo Rogoli, frontman dei Boomdabash, non nasconde la soddisfazione per l’esordio festivaliero della band, che arriva dopo l’enorme successo avuto nella seconda parte dell’anno scorso con ‘Non ti dico no’, il brano cantato con Loredana Bertè che è stato il più trasmesso dalle radio nel 2018. “Questo sicuramente ha contribuito a farci arrivare a Sanremo con le spalle più forti”, ammette Biggie Bash parlando con l’AdnKronos.








La band, famosa per le sue sonorità reggae con contaminazioni soul, drum and bass e hip hop, non si smentisce e si presenta al festival con ‘Per un milione’, un brano ‘in levare’ che canta l’amore, o meglio l’attesa della persona amata: “Ti aspetterò/Perché sei tu che porti il sole/E non c’è niente al mondo/Di migliore di te/Nemmeno vincere un milione”, cantano i Boomdabash, che sono, oltre a Biggie Bash, Payà (Paolo Pagano), Blazon (Angelo Cisternino) e Mr. Ketra (Fabio Clemente). Quest’ultimo, nella band come beatmaker, è metà del duo di produttori Tagagi&Ketra artefici di numerossime hit degli ultimi anni da ‘Roma-Bangkok’, ‘Vorrei ma non posto’, da ‘Assenzio’ a ‘Amore e Capoeira’.

Il reggae è salito di rado sul palco dell’Ariston: è accaduto nel 1997 con i Pitura Freska, con gli Almamegretta nel 2013 e poche altre volte. Ma quest’anno la sua presenza tra le 24 canzoni in gara ha un sapore speciale, dopo che un paio di mesi fa l’Unesco ha inserito il genere reso famoso da Bob Marley tra i patrimoni immateriali dell’umanità. “La coincidenza ci inorgoglisce ma soprattutto ci inorgoglisce di portare all’Ariston il reggae salentino. Questa partecipazione per noi e per i nostri fan ha anche una connotazione identitaria. Chi ci segue è più galvanizzato di noi. Si sente rappresentato”. Sul buon momento della musica ‘made in Puglia’, Biggie aggiunge: “La nostra è una terra che ha una grande tradizione, tra pizzica e taranta. E credo che, a differenza di altri contesti, in Salento la musica abbia un ruolo così importante proprio perché nasce con un carattere curativo. Una connotazione che in fondo non ha mai perso”.

A Sanremo, la band ritroverà da ‘avversaria’ Loredana Bertè: “Ci fa un immenso piacere che Loredana torni all’Ariston. Si merita il meglio. E nella musica trova la sua grande forza. Nel caso di Loredana non è un luogo comune dire che la musica è salvifica”, dice Boggie Bash.

Sull’ansia da festival, il frontman dei Boomdabash ammette: “Quel palco fa tremare le gambe. D’altra parte cantare all’Ariston e poter suonare con quell’orchestra è qualcosa di fantastico. Per stemperare le paure ognuno di noi ha i suoi portafortuna e i suoi riti: io sono credente e ho la mia medaglietta di San Michele, benedetta da Papa Francesco“, confessa Boogie. Che sulle polemiche prefestivaliere sui migranti, aggiunge: “Io non ho visto un risvolto politico nelle dichiarazioni di Baglioni. Ho visto semplicemente una persona che esprimeva il suo senso di umanità e dignità“.

Durante il festival, infine, i Boomdabash pubblicheranno ‘Barracuda Predator Edition 2019’ (speciale riedizione dell’ultimo album con l’aggiunta del brano sanrmese e altre ‘chicche’). Poi saranno in tour primaverile in tutta Italia. Ma l’evento più atteso è il concerto-evento ‘Boomdabash &Friends’ con cui il 9 maggio festeggeranno a Milano i 15 anni della band, con una serie di special guest come Rocco Hunt (con cui duetteranno anche nella serata di venerdì a Sanremo), Clementino, Sergio Sylvestre, e J-Ax.

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