Un fienile sulla proprietà del Boss in New Jersey, trasformato per l’occasione in locale intimo, diventa il cuore di Western Stars, il concert film che porta sul grande schermo il 19/o omonimo album di Bruce Springsteen, qui anche, per la prima volta, coregista insieme allo storico collaboratore Thom Zimny. Il film non fiction, scandito delle 13 canzoni del disco (tanto apprezzato dal pubblico quanto dai critici), eseguite dalla formazione del rocker insieme a un’orchestra, davanti a poco pubblico, arriverà anche in sala in un’uscita evento il 2 e il 3 dicembre con Warner Bros.
Per me, il West continua ad essere un paesaggio mitico
Western stars non è solo una ripresa dell’esibizione live, ma anche, tra un brano e l’altro, una scatola di pensieri e riflessioni del musicista, attraverso intermezzi girati nel deserto di Joshua Tree, sul suo percorso nel west americano, tra ieri e oggi, e sulla sua vita. “Per me, il West continua ad essere un paesaggio mitico; è un qualcosa che da americani portiamo dentro di noi, cogliamo immediatamente l’isolamento di quello spazio, la difficoltà a stabilire le connessioni umane più elementari, e la lotta per il senso di comunità e amore. Il tutto emerge da solo, quando inserisci le tue narrazioni in quella parte del paese” spiega Springsteen nelle note di produzione.
Ho cercato di fare i conti con i lati più duri nel mio carattere
Oltre alle migliaia di ore “che ho dedicato alla mia musica – dice il rocker nel film – in questi anni ho cercato di fare i conti con i lati più duri nel mio carattere. Per un lungo tempo quando arrivava nella mia vita una persona a cui tenevo facevo di tutto per ferirla. E’ un aspetto di me con cui ancora combatto, ma sono migliorato”. Nel live, il boss divide spesso il centro della scena con la moglie, madre dei suoi 3 figli, e compagna di band Patti Scialfa (molto intensa in particolare la loro performance su “Chasin’ Wild Horses”) e il film mostra anche alcuni filmini privati, di loro all’inizio della storia, 30 anni fa: “Con Patti, non sapevamo come sarebbe andata a finire, vivevamo giorno per giorno” spiega.
Nella vita tutti abbiamo le nostre ferite
Nel racconto in musica (è in uscita anche la colonna sonora con i brani live), si mescolano personaggi come, l’ex divo che pensa al passato e accetta il suo presente, della title track ‘Western stars’, e pezzi di esperienza del musicista, come la sua decisione di trasferirsi per un periodo in California dopo una delusione d’amore (“Sundown’) o il ritorno anche stavolta della metafora dell’automobile (The Wayfarer, Drive Fast): “Sono al 19/o album e ancora parlo di macchine – scherza il Boss -. una volta era simbolo di libertà, oggi meno”. Nella vita “tutti abbiamo le nostre ferite – ci ricorda Springsteen – e siamo tutti in cerca di qualcuno le cui fratture coincidano con le nostre” .
L’appello ai suoi fan: “Non applaudite”
Bruce Springsteen, ma non è la prima volta, ha usato i suoi social per mandare un messaggio ai suoi fan: dato che il film non è un concerto, il Boss chiede di non applaudire fino alla fine, per rispettare il ritmo e il montaggio della pellicola. “
Per godersi appieno il film – recita il post – e per via del montaggio e del ritmo, i registi “Western stars”, gentilmente suggeriscono di trattenere i vostri applausi, nel caso, fino alla fine. Divertetvi!