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Carosone, un secolo di canzoni napoletane tra swing e blues  

Carosone, un secolo di canzoni napoletane tra swing e blues

Renato Carosone (Fotogramma)

Era nato a Napoli il 3 gennaio del 1920 Renato Carosone e domani avrebbe compiuto 100 anni. Cantautore, pianista, direttore d’orchestra e compositore è stato uno dei maggiori autori e interpreti della canzone napoletana e della musica leggera italiana tra il secondo dopoguerra e la fine anni ’90 miscelando e contaminando i ritmi della sua terra con le musiche d’oltreoceano. Jazz, swing, boogie-woogie, blues, cha cha cha e rock and roll. Conquistato dai ritmi americani, dai profumi d’Oriente, dal sound latino

Indimenticabili brani quali ‘Torero’, ‘Caravan petrol’, ‘Tu vuò fà l’americano’, ‘O sarracino’, ‘Maruzzella’, ‘Pigliate ‘na pastiglia’. E’ stato uno dei primi cantanti italiani, accanto a Domenico Modugno, ad aver venduto dischi negli Stati Uniti senza inciderli in inglese. Genio precoce Renato Carosone, scrisse la sua prima composizione per pianoforte a 14 anni, Triki-trak’, fu sempre sostenuto da una famiglia di intellettuali e artisti, il padre era impresario del Teatro Mercadante e suonatore dilettante di mandolino.

Prima di affermarsi sulla scena internazionale la gavetta è stata lunga, ma importante. Il teatrino dell’Opera dei Pupi di don Ciro Pena, le tournée nell’Africa Orientale a seguito di ‘compagnie di arte varia’. Massaua in Eritrea, Asmara, Addis Abeba e poi ancora l’Italia, Napoli, Roma. Musica e canzoni, orchestre da ballo. E la prima grande delusione dopo il provino per la Fonit. “Trovatevi un mestiere serio – lo apostrofò un importante impresario svizzero titolare di una catena di locali notturni – Lasciate perdere, Carosone”.

Fu ‘salvato’ da Sergio Bruni che gli presentò un autore di successo, Nino Oliviero. Quest’ultimo decise di scommettere sullo strano trio formato da Carosone, Peter Van Wood e Gegè Di Giacomo. Fu il successo con l’incisione di un primo 78 giri con la ‘Pathè’ contenente ‘Oh Susanna’ e ‘Scalinatella’. Ormai la scalata era cominciata. Fu uno dei primi musicisti ad apparire in video (3 gennaio 1954) dopo sole 4 ore di vita del’avvento della tv con il programma ‘L’orchestra delle quindici’.

Nascono i grandi successi, attinti dalla grande tradizione napoletana, rivisitati in chiave più moderna, soprattutto collaborazione con grandi parolieri come Nicola Salerno. ‘Maruzzella’, ‘Malafemmina’, ‘La donna riccia’, ‘E spingole frangese’, ‘O russo e ‘a rossa’, ‘Boogie woogie italiano’, ‘Rock Around the Clock’, ‘Tu vuò fà l’americano, ‘Pigliate ‘na pastiglia’, ‘Torero, rimasta per due settimane al primo posto della hit parade statunitense, arrangiata in 32 incisioni e tradotta in 12 lingue.

Non si fermano le tournée in giro per il mondo di Renato Carosone con la sua orchestra. Tunisia, Egitto, Libano, Marocco, Giordania, il Sud America con tappe in Argentina, Cile, Uruguay, Perù e Brasile. E fu proprio in Brasile, a San Paulo, che si esibì in una rivista musicale accanto a Marlene Dietrich. Per motivi inspiegabili Renato Carosone decide di ritirarsi dalle scene. Un silenzio lungo 15 anni e poi il rientro e ancora fortunate tournée in Canada, Stati Uniti dove tenne un concerto al Madison Square Garden di New York, e nuove hit liberamente ispirate a Muzio Clementi, Liszt, Gershwin accanto ad ‘omaggi’ a Totò e Charlie Chaplin.

Ultimo atto della sua fortuna e inarrestabile carriera la partecipazione al Festival di Sanremo del 1989 con il brano ”Na canzuncella doce doce’. Si classificò al quattordicesimo posto. Intanto si susseguono numerosi gli omaggi, teatrali e televisivi al grande maestro, i premi (a Sanremo il Premio Tenco nel 1996), esce una sua autobiografia, ‘Un americano a Napoli’ scritta con il giornalista Federico Vacalebre.

C’è poi quello splendido cammeo cinematografico nel ‘Talento di Mr. Ripley’ di Anthony Minghella, in cui Fiorello, Matt Damon e Jude Law si scatenano in un night al suono di ‘Tu vuò fà l’americano’. Renato Carosone si spegne nella capitale il 20 maggio 2001. Aveva 81 anni. Nella Chiesa degli artisti circa 5mila persone lo hanno salutato. Gente comune, gli amici di una vita come Renzo Arbore, Luciano De Crescenzo, Marisa Laurito, Mogol e Lucio Villari, Fiorello, Antonio Bassolino, Michele Guardì e Peter Van Wood.

E intanto è entrato nel vivo il centenario ‘carosoniano’. Renzo Arbore sta pensando ad uno show, la Rai ad una fiction accanto alla compilation ‘Renato Carosone 100’ in edicola con ‘Sorrisi e Canzoni’ e ‘Chi’.

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