Come evitare le missioni di volo dichiarandosi pazzi, senza incappare nel famigerato Comma 22, secondo cui chi vuole evitare le missioni non è affatto pazzo? È il paradosso della guerra con cui si scontra il protagonista di ‘Catch 22’, il giovane aviatore John Yossarian (interpretato da Christonpher Abbott) di stanza nella base Usa dell’isola di Pianosa durante la Seconda Guerra Mondiale. YoYo, questo il suo soprannome del ragazzo, è terrorizzato dalle missioni sul territorio italiano sotto il fuoco della contraerea tedesca e vive nel continuo tentativo di farsi riformare per motivi di salute o di raggiungere il prima possibile il numero di missioni necessarie al congedo. Peccato che ogni volta che raggiunge il traguardo, il numero di missioni aumenta.
Come l’omonimo romanzo antimilitarista di Joseph Heller del 1961, da cui è tratto, l’adattamento per la tv di ‘Catch-22’, sei puntate in arrivo su Sky Atlantic dal 21 maggio, è una serie “sull’assurdità della guerra”, raccontata tra tragedia e ironia, ma anche “sulla difficoltà di combattere il sistema: anche se ambientata durante una guerra ‘giusta’ come la Seconda Guerra Mondiale mette comunque in luce come sia assurdo che persone anziane che detengono il potere mandino a morire dei giovani”, sottolinea George Clooney, arrivato a Roma per presentare in anteprima europea la serie originale Sky, di cui è coproduttore, regista di due puntate delle sei puntate, e interprete nei panni del sadico tenente Scheisskopf (letteralmente, in tedesco, tenente ‘testa di ca…’). “Appena abbiamo saputo cosa voleva dire – dice ridendo Clooney – abbiamo pensato fosse perfetto per me. E poi urlare i continuazione contro tutti è molto terapeutico, quindi mi è piaciuto interpretarlo”.
“La storia che raccontiamo è stata scritta durante la guerra in Corea, si riferisce alla Seconda Guerra Mondiale ed è uscita durante la guerra del Vietnam, quindi è un qualcosa senza tempo, che parla della guerra in modo universale. Ed attuale, anche se oggi il sentimento antimilitarista è meno presente, perché in Usa come in altri Paesi c’è un esercito di volontari, non c’è più la leva obbligatoria”, aggiunge l’attore, che ha condiviso la regia e la produzione della serie con Grant Heslov (che è anche il bravissimo interprete del medico della base) e con Ellen Kuras.
E se Abbott sottolinea come “la complessità del personaggio di YoYo e la sua evoluzione tra paura, rabbia e follia” fosse “già tutta scritta nelle sceneggiature e questo – dice – mi ha aiutato moltissimo”, Heslov rimarca “l’urgenza di fare questa serie: perché di fatto tutti noi siamo in qualche modo in guerra dal settembre del 2001”.
Nel cast anche Hugh Laurie, nel ruolo del Maggiore de Coverley, a capo della squadra di stanza nella base di Pianosa; Kyle Chandler, nei panni del Colonnello Cathcart, colui che esaspera Yossarian continuando ad aumentare il numero di missioni e rinviando così il suo agognato congedo. Tra i pochi personaggi italiani c’è Marcello, interpretato da Giancarlo Giannini, proprietario di un bordello di Roma, pacifista con idee rivoluzionarie. “Clooney è stato molto gentile, mi ha mandato un provino fatto con la sua voce da Los Angeles e io mi sono limitato a rifarlo – si schermisce Giannini – George è davvero generoso. Siccome non ricordavo bene il mio monologo mi inseguiva con dei cartelli molto chic, con scritte bianche su sfondo nero…”.
La serie originale Sky è co-prodotta con Paramount Television, Anonymous Content e Smokehouse Pictures (la società di Clooney e Haslov) ed è stata quasi interamente girata in Italia, tra la Sardegna e il Lazio: “Tra la bravura del cast italiano e la bontà del cibo e del vino, noi adoriamo fare film in Italia”, concordano Clooney e Heslov. “L’unica problema è che io prendo cinque kg per ogni film”, conclude Heslov ridendo.
Adnkronos.