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Ciak, si rigira: esame da rifare dopo 6 anni  

Ciak, si rigira: esame da rifare dopo 6 anni

(Fotogramma)

Ciak, si rigira. Sembra il remake di ‘Immaturi’, il film rivelazione del 2011 con Raoul Bova e Ambra Angiolini, dove sei 38enni sono costretti a rifare l’esame di maturità. Ma il film stavolta potrebbero scriverlo proprio i protagonisti di questa vicenda. E’ il caso della selezione degli studenti del corso di sceneggiatura per il Centro sperimentale di cinematografia, ripetuta a distanza di sei anni dopo una sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione a uno dei candidati che aveva fatto ricorso. E adesso qualche diplomato inizia a chiedersi se il titolo conseguito sia effettivamente valido tutt’oggi.

Per comprendere meglio i fatti bisogna riavvolgere il nastro fino al 2013, quando la prestigiosa scuola di Cinema – dove si sono formati, tra gli altri, giganti del grande schermo come Michelangelo Antonioni, Pietro Germi e Nanni Loy – pubblica il bando per l’ammissione ai corsi ordinari per il triennio 2014-2016, tra cui quello di sceneggiatura con sei posti in palio. Uno dei concorrenti passa la prova preselettiva scritta (ovvero, la realizzazione di una serie di elaborati, tra cui la sceneggiatura di un cortometraggio) ma non supera il test successivo.

Il candidato decide di fare ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del bando di concorso per una serie di motivi. Tutti elencati nella ‘Notifica per pubblici proclami’ sulla Gazzetta Ufficiale del 24 luglio 2014, in particolar modo, la “violazione del principio dell’anonimato per le prove scritte” perché – scrive nel ricorso Antonia Sassone, avvocato del ricorrente – “il bando prevedeva la comunicazione delle generalità dei concorrenti per gli elaborati della prova preselettiva inviate via e-mail”. Ne segue un lungo iter giudiziale a colpi di carte bollate, che si conclude solo qualche mese fa con l’accoglimento del ricorso da parte del Consiglio di Stato.

Il supremo organo della giustizia amministrativa annulla “la precedente procedura selettiva ordinandone la integrale ripetizione, con ciò revocando altresì tutti i successivi e conseguenti atti. Cosa che la nostra istituzione ha puntualmente fatto. Il lungo tempo trascorso dipende esclusivamente dall’iter giudiziale svoltosi innanzi al Tar prima e al Consiglio di Stato poi”, spiega all’Adnkronos Marcello Foti, direttore generale del Csc.

Il Centro sperimentale, quindi, si adegua alla decisione del Consiglio di Stato e, in esecuzione dell’ordinanza emessa nel giugno 2018, ripete il concorso, a distanza di sei anni. Spetta a una nuova Commissione valutare gli scritti pervenuti al Csc nel 2013. Ne viene fuori anche una nuova graduatoria: gli ammessi sono 26, tutti convocati per le selezioni successive, che si terranno il 19 e 20 giugno prossimo e consisteranno in due prove scritte e in un colloquio.

In questa lista compaiono sia persone che non avevano passato la fase preselettiva del 2013, sia studenti che hanno già completato il loro percorso di studi al Centro sperimentale con tanto di diploma e che ora si interrogano sull’effettiva validità di quel titolo: “Tra i nuovi selezionati sono in 9 ad essere già diplomati. Per quanto ne so, nessuno di noi si presenterà alla prova“, racconta uno di loro, preferendo rimanere anonimo. Alla domanda se gli studenti già diplomati debbano sostenere nuovamente la prova, Foti replica: “L’ordinanza del Consiglio di Stato nell’annullare la procedura già svolta travolge anche gli effetti della stessa e ogni successivo provvedimento da essa scaturente”.

Ma nell’elenco dei 26 che, a sorpresa, alcuni giorni fa si sono visti recapitare, dopo sei anni, la mail che annuncia la ripetizione del concorso, c’è anche chi aveva sepolto nel cassetto dei ricordi quella selezione e con essa il sogno di una carriera nel mondo del cinema, scegliendo di intraprendere altre strade professionali. E ora, come in una sorta di ‘sliding doors’, uno scherzo del destino porta le lancette indietro di sei anni.

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