Pubblicato il: 12/07/2019 18:14
(AdnKronos/Cinematografo.it) – “Del cult del 1994 ricordo la musica e le scene iconiche, immortali”, esordisce Elisa, voce della musica italiana già impegnata nel recente Dumbo di Tim Burton, ora in coppia con Marco Mengoni nel cast de Il Re Leone. “A Broadway sono andata 3 volte a vedere il musical, lo faccio ogni volta che passo a New York. Esprime calore e empatia, emozioni con cui abbiamo lavorato in doppiaggio, insieme alla fierezza delle leonesse e la combattività di Nala”. Le voci di rilievo non si fermano ai due protagonisti del nuovo titolo Disney in uscita il 21 agosto con Moviement. C’è anche Luca Ward a fare Mufasa, Massimo Popolizio nei panni di Scar e due frizzanti Edoardo Leo e Stefano Fresi, rispettivamente, come i nuovi Timon e Pumba.
Interviene quindi Marco Mengoni, anche lui alla seconda esperienza di doppiaggio: “Il lavoro con Lorax mi è servito molto, ma con Simba abbiamo dovuto studiare due volte, perché il personaggio muta nel corso del film. Da erede al trono, a giocherellone spensierato, di nuovo a futuro re”. Qual è stato, dunque, il suo approccio? “Come giovane della mia generazione, ho un po’ giocato con me stesso e interpretato il prendere in mano le redini e le responsabilità della propria vita, come fa Simba”. E a livello canoro, qual è stato il lavoro per i due? Ricordiamo che, in lingua originale, Simba e Nala sono doppiati da Donald Glover e Beyoncé.
“Le voci originali sono talenti naturali del soul e del R’n’B – dichiara Mengoni – così come l’Africa, musicalmente, è una fonte di ispirazione inesauribile: dal blues, al jazz, all’etnica. Questo film ne decanta la bellezza e ci siamo legati anche a questo”. Elisa Toffoli, oltretutto, ha doppiato la nuova traccia originale, Spirito, per la quale “non ho inseguito Beyoncé, ma ho mantenuto il cuore della canzone, altrove cercando di aggiungere qualcosa di mio. Io e Marco abbiamo in comune degli spunti, come i falsetti o la grande energia del gospel. Abbiamo fatto un lavoro di ricerca e arricchimento artistico, che mi affascina sempre”.
Il remake, da non chiamare live action, è definito da Disney fotorealistico, anche se tramite l’uso massiccio di Cgi e motion capture. “Ci sono solo due immagini reali, non ritoccate” dice Mengoni, citando il regista Jon Favreau, conosciuto a L.A. per l’anteprima mondiale. “Ma non sono riuscito a capire quali!” confessa, sconfitto dall’iperrealismo della tecnologia utilizzata.
Il Re Leone, inoltre, è una parabola sulla sostenibilità del pianeta. “Bisogna salvare il mondo da noi stessi e la situazione è già critica – afferma la voce di Simba – È una causa che sostengo con tutto me stesso. Spero che tra 50 anni i nostri figli possano ancora vedere un leone vero, nelle riserve, oltre che al cinema”.
“Bisogna cercare di fare tutto il possibile, con un pensiero quotidiano sul nostro approccio al pianeta e ai problemi del consumismo. Non abbiamo avuto molto aiuto da istituzioni e governi, in passato, ma ora, finalmente, c’è più coscienza: è sempre più evidente la necessità di fare azioni importanti per ottenere risultati concreti”, conclude Elisa.
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