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Coronavirus, erede Gargallo: “Stagione Inda tradisce mission mio nonno” 

SPETTACOLO

“La stagione dell’Inda, seppur nell’emergenza del coronavirus, tradisce la mission originaria di mio nonno. Rappresentare all’interno di un teatro antico opere di autori greci. Ben vengano quest’anno Tosca, Massimo Popolizio, Cerami e Piovani. Ma cosa c’entrano con l’Istituto del Dramma Antico?”. È quanto ha dichiarato all’Adnkronos Federico Gargallo, discendente del fondatore delle Rappresentazioni classiche di Siracusa, Mario Tommaso Gargallo.

Ed ha aggiunto: “Temo che anche il pubblico più affezionato comincerà a prendere le distanze dalla programmazione del teatro e dalla città. E questo non un bene per Siracusa. Sono profondamente addolorato – ha proseguito Federico Gargallo- Lo ripeto, non riesco a capire a chi possano giovare le scelte di quest’anno. Chissà forse per fare cassa, per ricevere contributi. Sarebbe, forse, stato meglio chiudere e ritornare alla ‘biennalita’’ con la quale mio nonno aveva concepito le Rappresentazioni classiche di Siracusa”.

“Mio nonno girava il mondo per conoscere il teatro e i maggiori autori. Da D’Annunzio a Pirandello sino a Borges, amici e sodali, in perenne rapporto epistolare – ha aggiunto il nipote di Tommaso Gargallo – È giusto guardare alla contemporaneità, ma sempre nel solco della tradizione. E allora perché non proporre al pubblico, per esempio, monologhi estrapolati dalle tragedie più conosciute con attori amati e popolari? Speriamo che il cartellone del 2020 non violi e non cambi la storia della programmazione delle Rappresentazioni classiche di Siracusa. Purtroppo,oggi, abbiamo perso una duplice scommessa, culturale e organizzativa. E pensare che solo le due guerra mondiale erano riuscite a fermare l’incanto e la magia del Teatro greco di Siracusa”.

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