Giorgio Barberio Corsetti
Pubblicato il: 04/04/2020 15:21
“E’ una situazione molto complicata quella che stiamo vivendo. Una guerra senza guerra di cui avvertiamo tutto il dolore, lo strazio”. E’ quanto ha dichiarato all’Adnkronos il regista, drammaturgo e direttore artistico del Teatro di Roma, Giorgio Barberio Corsetti. Ed ha aggiunto: “I miei genitori hanno conosciuto la guerra. Ma quanto sta accadendo non è paragonabile. Momenti di sospensione, di vuoto, di isolamento, di solitudine. Eppure la collettività ha bisogno del teatro. Luogo di ascolto comune, di condivisione, qualcosa di impagabile. Il teatro non esiste senza la presenza del pubblico. Un’esperienza che si vive insieme e che lascia tracce nella coscienza”.
E sull’attuale situazione dello spettacolo dal vivo Giorgio Barberio Corsetti vuol pensare positivo. “Al Teatro di Roma sono saltati molti spettacoli – ha detto – ci teniamo in contatto con i social, incontri, frammenti, ‘schegge’ di spettacoli online, letture, talk, il progetto di una radio dal Teatro India. Ma purtroppo non è la stessa cosa. E del resto non possiamo ‘condividere’ il teatro chiusi in un bunker. Il teatro è qualcosa di inconscio nell’uomo. Rinascerà, forse in modo diverso. Ricordo di essere stato, qualche tempo fa, ad un festival di teatro a Teheran. In scena gli attori non potevano toccarsi e le donne avevano il capo coperto. Ho assistito ad una scena che avrebbe dovuto simulare un rapporto amoroso espresso, naturalmente a distanza. Fortissimo nel suo simbolismo. Con altri codici arrivava, comunque, agli spettatori”.
Il teatro, lo spettacolo dal vivo si salverà? “Siamo in attesa… – ha risposto – ma l’articolo apparso oggi sul ‘Corriere’, ‘La nostra forza, la cultura’ firmato dai ministri della cultura italiano, tedesco e spagnolo, mi fa ben sperare per il futuro. Speriamo che le loro parole possano trasformarsi in idee concrete. Le difficoltà per gli operatori del settore sono sotto gli occhi di tutti – ha concluso il direttore artistico del Teatro di Roma- Ma sono convinto che sarà il teatro a salvare noi”.
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