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Coronavirus: Parapini (Rai), ‘compito Servizio Pubblico è tenere unito Paese’  

Parapini(Rai): Ora più che mai il Servizio Pubblico deve unire il Paese

(di Veronica Marino) – La Rai, in piena emergenza sanitaria mondiale, è alle prese con il delicato compito di tutelare ben 13mila dipendenti e contemporaneamente garantire una informazione puntuale e completa, oltre che l’intrattenimento e l’offerta culturale che di questi tempi sono particolarmente utili. A tal fine, in una sorta di costante resilienza, rivede cammin facendo i propri palinsesti. Ma c’è chi chiede di sperimentare e, soprattutto, di dare più spazio al settore sociale nella programmazione attuale, come hanno fatto ieri in una nota i consiglieri Riccardo Laganà e Rita Borioni che dovrebbero portare questa istanza anche nel consiglio di amministrazione di oggi pomeriggio, dopo che questa mattina è arrivata anche la richiesta di convocare un Tavolo Sociale da parte dell’Usigrai. Per questa ragione l’Adnkronos ha chiesto a Giovanni Parapini, Senior Advisor per il Terzo Settore, la Coesione Sociale e la Responsabilità Sociale della Rai, il proprio punto di vista.

“L’emergenza Covid 19 – spiega il consigliere dell’amministratore delegato per i temi del sociale – mette in luce le necessità più urgenti che interessano una nazione anziana e con 5 milioni di persone con disabilità: è compito del servizio pubblico dare voce, interpretare, rispondere. Dar voce – dice Parapini – perché raccolte fondi a rotazione per le onlus non risolvono, se non in minima parte le richieste delle realtà del Terzo Settore di farsi conoscere; interpretare, perché solo le grandi multinazionali delle charity sanno come (e possono) utilizzare i media mainstream; infine, rispondere, alle domande, ai bisogni, alle emergenze. E questo lo può fare solo il servizio pubblico”.

Oggi Laganà e Borioni avanzeranno una proposta precisa in materia? C’è già un progetto pronto che può anticipare? “Da quello che mi risulta il progetto è stato concordato con i maggiori esperti del settore e con le istituzioni storiche dello stesso: non riguarda soltanto la realtà odierna, che prevede di trovare linguaggi adatti a informare e a confortare, ma è un progetto con una visione”. Quale ?

Stiamo lavorando al ‘Manifesto del Subito Dopo’ che vedrà la televisione pubblica impegnata in un lavoro di unificazione degli italiani; non possiamo permettere infatti (seguendo peraltro le indicazioni del Capo dello Stato che ha fatto dell’attenzione costante ai più deboli il tratto del suo settennato nonché le raccomandazioni del Santo Padre) che le nostre Leggi di Civiltà, che tutto il mondo ammira, vengano disattese nel prossimo futuro a causa della crisi economica e di tenuta della società che purtroppo ci aspettiamo dopo la fine dell’emergenza”.

Cosa si intende con esattezza per terzo settore, ambito così importante per l’economia italiana? “Il Terzo Settore si definisce terzo solo per uso comune: in realtà noi vogliamo considerarlo il luogo dell’incontro naturale dei soggetti deboli con lo Stato, lo spazio dove la formazione delle coscienze trova la sua casa, il luogo dell’incontro tra pubblico e privato per la costruzione di una società più giusta, in definitiva la vera ‘fabbrica del Capitale Sociale’”.

“Il Capitale Sociale come noi (azienda partecipata da tutti i cittadini italiani che pagano il canone) lo intendiamo – sottolinea Parapini – è la valorizzazione dei ‘soci’ (e quindi dei cittadini che pagano il canone) del capitale della Società italiana, un capitale di relazioni sociali che in questi giorni, nonostante dolori e difficoltà, è finalmente diventato visibile a tutti. Compito principale della Rai sarà di rafforzarlo, farlo crescere e renderlo accessibile a tutti. Tenere unito il Paese non può essere solo un dovere ma deve rappresentare un motivo di grande orgoglio”.

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