“Avevo visto foto atroci del Festival di Yulin, la sagra della carne di cane. Ho anche chiesto di evitare di metterle, mi sentivo male, non ho dormito la notte. I cinesi avevano promesso che non lo avrebbero più fatto”. Rita Dalla Chiesa torna in un’intervista a ‘Libero’ sulla polemica di qualche giorno fa dopo il suo tweet contro i cinesi che mangiano la carne di cane (“E’ peccato mortale volere l’estinzione del popolo cinese?”, aveva scritto la conduttrice, per poi correggere il tiro: “Oggi al bar un cameriere cinese ha dato da bere al mio cagnolino che aveva sete. Mi sono sentita male per quello che ho scritto l’altro giorno. Chiedo scusa. Avevo visto delle immagini terribili su Yulin, e sono andata via di testa. Il popolo cinese non è solo quello”).
“Le persone intelligenti – dice – hanno capito che era una provocazione, ammetto molto forte. Mi hanno scritto cose tipo ‘Ma lei è la figlia dell’uomo di cui si riempie sempre la bocca?’, e poi ‘vecchia rincoglionita’, come se essere vecchi fosse un difetto, ‘fascistoide razzista di m…’. Io? Non c’è persona più libera di testa di me”, rivendica.
A a chi tra i vegetariani, come Daniela Martani, dice che “non c’è differenza tra mangiare un cane o una gallina”, Dalla Chiesa risponde: “Ma la gallina non è animale da compagnia. Capisco il suo pensiero, però. Io non mangio carne da 30 anni. Il medico mi dice: ‘Ma almeno un petto di pollo, Rita’. Basta pure al pesce. Spada, tonno, salmone. Adoravo l’aragosta, nulla. Mangio solo i molluschi. Chiarisco una cosa: mio nipote ha 12 anni e la carne gliela compro qualche volta. Non impongo nulla”.
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