Al via nella capitale nel V Municipio la rassegna ‘FuturaMemoria’ diretta da Valentina Marini
Pubblicato il: 02/11/2019 20:42
Al via nella capitale la prima edizione di ‘FuturaMemoria’, rassegna in programma sino al 28 novembre nel V Municipio, aperta al confronto e alla riflessione sui temi dell’inclusione e della memoria. Diretta da Valentina Marini e prodotta da Spellbound la manifestazione vede protagonisti i luoghi del territorio. Dal Teatro Biblioteca Quarticciolo a La Pecora elettrica, dal Centro Anziani Villa Gordiani al Mercato Iris, da La Cantina di Dante al Mercato Villa Gordiani.
L’iniziativa è parte del programma di ‘Contemporaneamente Roma 2019’ promossa da Roma Capitale-Assessorato alla Crescita culturale e realizzato in collaborazione con Siae.
“Il tempo presente sollecita l’urgenza di riportare la produzione contemporanea sul piano, seppur scomodo – spiega Valentina Marini- della necessaria messa in discussione dell’oggi, per costruire un pensiero collettivo che trasformi la paura e l’incertezza in un viaggio a favore della scoperta e dell’inclusione”.
Un programma multidisciplinare, quello dell’edizione 2019, che pone all’attenzione del pubblico le tematiche legate alla relazione tra cultura africana e cultura occidentale, tra integrazione e identità, tra memoria, colonialismo e un possibile domani. Il cuore del progetto è sollecitato dall’interrogativo posto dall’ultima creazione di Roberto Castello per Aldes, ‘Mbira: quanto ha contribuito l’Africa a renderci quelli che siamo?’ In questo interrogativo si traccia immediatamente il solco che lega il tema della memoria all’aspetto geografico e temporale.
L’idea di una rassegna su questa sollecitazione impone un pubblico in dialogo circolare con le tematiche proposte e per questo da un lato la scelta di organizzare una rassegna, la cui fruizione sia totalmente gratuita, e dall’altro l’ubicazione, non solo periferica, ma in spazi e orari generalmente non abituali, per una programmazione artistica.
In cartellone anche la mostra ‘Nobody – Odysseo is my name’ realizzata in collaborazione tra Ivan Terranova e Gilda Raiti e un gruppo di studenti e docenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania. La mostra nasce da un’attività laboratoriale volta a favorire l’incontro e il dialogo tra giovani stranieri e studenti di fotografia, realizzando una mostra fotografica/narrativa che racconta al pubblico storie di accoglienza, identità e partecipazione.
L’iniziativa è a firma dell’Associazione Isola Quassud start-up nel campo dell’intercultura, delle arti e dello spettacolo già finanziata nel 2016 per il progetto Migrarti.
Apertura della rassegna il 4 novembre, dunque, al Teatro Biblioteca con lo spettacolo ‘Mbira’, l’ultimo lavoro per Aldes a firma di Roberto Castello. La tappa romana fa parte del tour ‘Milano Roma Maputo e ritorno’ – manifesto per la ‘buona accoglienza culturale’, che parte da Milano, e prosegue a Roma, nel quadro della XXXIV edizione di Romaeuropa Festival fra l’1 e il 9 novembre, toccando una serie di palcoscenici periferici o non convenzionali quali SpinTime, Spazio Hangar 238, Nuovo Cinema Palazzo.
‘Mbira’ è un concerto per due danzatrici, due musicisti e un regista che, utilizzando musica, danza e parola, tenta di fare il punto sul complesso rapporto fra la nostra cultura e quella africana. ‘Mbira’ è il nome di uno strumento musicale dello Zimbabwe, ma anche il nome della musica tradizionale che con questo strumento si produce. ‘Bira’ è anche il nome di una importante festa della tradizione del popolo Shona, la principale etnia dello Zimbabwe, in cui si canta e balla al suono della Mbira.
‘Mbira’ è però anche il titolo di una composizione musicale del 1981 intorno alla quale è nata una controversia che ben rappresenta l’estrema problematicità e complessità dell’intrico culturale e morale che caratterizza i rapporti fra Africa ed Europa. ‘Mbira’ è insomma una parola che offre un pretesto ideale per parlare di Africa e per mettere in evidenza quanto poco, colpevolmente, se ne sappia, nella convinzione che il gesto più sovversivo oggi sia quello di ricordare che, prima di affermare certezze, in generale sarebbe saggio conoscere l’argomento di cui si parla.
Il 13 novembre sempre al Teatro Biblioteca Quarticciolo, in scena ‘Acqua di colonia’ della Compagnia Frosini/Timpano con l’ospite Sara Vittoria Keita, spettacolo finalista al Premio Ubu 2017 come migliore novità drammaturgica italiana. Uno spettacolo sul colonialismo italiano, una storia rimossa e negata, che dura 60 anni, iniziata già nell’Ottocento.
Il 18 novembre è la volta dello spettacolo ‘Europa Vecchia Madre’, in collaborazione con Associazione Pin Doc. Memoria, Inclusione e diversità sono la base di questo progetto nato da un laboratorio di danza sociale condotto negli ultimi 5 anni da Theodor Rawyler con un gruppo di 16 donne intorno agli 80 anni, testimoni di un conflitto mondiale restituito attraverso gli occhi di un’infanzia vissuta ai tempi di guerra.
Sono emersi alcuni temi centrali. La paura, la voglia di giocare comunque, la solidarietà, l’assenza dei padri. Per quanto basato anche su ricordi dolorosi e indelebili, il lavoro è portatore di un grande entusiasmo per la vita, della gioia di poter partecipare, di mettersi in gioco, per esprimersi attraverso un’arte che sembrava ormai preclusa. Il lavoro nella sua restituzione al pubblico è tratto dalle memorie delle donne anziane del laboratorio di danza sociale di ViaTerni9/Roma – Coop. Soc. Meta Onlus.
Lo spettacolo è preceduto da un laboratorio rivolto agli anziani del Municipio V. Esperto di danza di comunità, Rawyler è scomparso prematuramente lo scorso 6 settembre e questo omaggio al suo impegno nel sociale è un modo per ricordare e tenere vivo il valore del suo messaggio professionale.
Ed ancora danza il 20 novembre con ‘Il loro sguardo buca le nostre ombre. Diversità e società’. ‘(Memorie) In Ascolto’, nutrire la memoria, rafforzare la memoria, trasmettere la memoria passata, presente, futura, è un segmento della rassegna prodotto da Griot [griotmag.com] e dall’associazione culturale Lit, con la direzione artistica di Johanne Affricot, fondatrice del collettivo e della piattaforma creativa e culturale ‘Griot’.
‘(Memorie) In Ascolto’ propone un doppio intervento artistico che vede al centro il mercato. Animato, riempito di corpi e voci, esperienze e relazioni, è il luogo in cui i passanti sono sottoposti a un esercizio, sollecitato e spontaneo, di (ri)costruzione e trasmissione della memoria, in forma individuale e/o collettiva, stimolato dall’interazione dell’uno con l’altro, in cui la materialità dell’incontro percorre il reale e il virtuale.
Il 23 novembre (ore 11) tra i banchi del Mercato Iris in piazza delle ci sarà un’installazione sonora e video a 5 schermi, disseminati nei vari spazi. Protagonisti 5 artisti e la loro musica: Clavdio, David Blank, Mudimbi, Technoir, Vhelade.
Il 25 e 26 novembre (Mercato Iris e Mercato di Villa Gordiani) sul palcoscenico 4 racconti, con immagini, inediti, interpretati dai altrettanti autori, Claudia Galal, Eleonora Chigbolu, Livio Ghilardi e Louis Fabrice Tshimanga, in una performance di lettura che inizia e si conclude in loop quando il passante si ferma e si siede ad ascoltare.
Il 28 novembre chiude la rassegna ‘Naufragio con spettatore’ di Compagnia Zappalà Danza, organizzato presso la sala del Teatro Biblioteca Quarticciolo. ‘Naufragio con spettatore’, opera del 2010 ma tristemente attuale, è la prima tappa di ‘Odisseo’, percorso creativo dedicato al tema dell’emigrazione/immigrazione nel Mediterraneo e inserito all’interno del più vasto progetto ‘Re-mapping Sicily’, di cui rappresenta il secondo punto d’arrivo.
Lo spettacolo prende ispirazione dall’omonimo saggio scritto da Hans Blumenberg e incentrato sull’introduzione al secondo capitolo del ‘De rerum naturae’ di Lucrezio. Un ulteriore momento di confronto con il tema della memoria è costituito dalle video interviste ai residenti del quartiere a cura della videomaker Dalila D’Amico, in cui si sedimenteranno tracce di racconti orali che presto potrebbero andare perduti. Filo conduttore di queste attività è la necessità di creare comunità laddove dilaga la frammentarietà.
Momenti importanti per una condivisione partecipata del quartiere sarà il percorso di visione ‘Vedere Vicini’, curato dalla Casa dello Spettatore, che penetrando le abitazioni dei residenti di quartiere ne allenterà le resistenze facilitando la convivialità.
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