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Danza: alla Scala il Tokio Ballet con un omaggio a Béjart  

Il Tokio Ballet alla Scala con la 'Sagra' di Maurice Béjart

Il Tokio Ballet in una scena della ‘Sagra’ di Béjart in cartellone alla Scala

Torna alla Scala, dall’11 al 14 luglio, il Tokyo Ballet, una delle più importanti compagnie internazionali. Fondato nel 1964, ensemble accademico in grado di proporre al pubblico giapponese il grande repertorio classico, diffondendo una cultura europea facendola propria, è richiestissimo a livello internazionale anche per la ricchezza dei suoi programmi, che affiancano titoli moderni e neoclassici a creazioni originali di maestri del XX secolo quali Maurice Béjart, John Neumeier e Jiří Kylián.

Le relazioni della Scala con il Giappone hanno portato a una costante presenza alla Scala del Tokyo Ballet, dal 1986 fino al 2010, quando proprio al Piermarini si è voluto celebrare la recita numero 700 in tournée all’estero, con una rappresentazione straordinaria di ‘The Kabuki’.

Accanto a un trittico che celebra dunque il vasto repertorio della compagnia omaggiando tre grandi nomi del XX secolo attraverso titoli come ‘Serenade’ di Balanchine, ‘Dream Time’ di Kylián e il capolavoro béjartiano ‘Le Sacre du printemps’, The Tokyo Ballet torna alla Scala proprio con ‘The Kabuki’, tra i più noti e acclamati, che Maurice Béjart destinò proprio a questa compagnia, eletta dal grande coreografo a depositaria di molti suoi capolavori e di creazioni.

Il Tokyo Ballet apre le recite alla Scala con un imperdibile trittico, straordinario biglietto da visita per le straordinarie versatilità della compagnia. Romantico e lunare, ‘Serenade’ di George Balanchine è una pietra miliare, fusione perfetta di passi fluenti, musica sublime, meravigliose figurazioni. ‘Dream Time’, invece, nasce dal profondo interesse di Kylián per le tradizioni e la danza aborigena australiana, condivisa con il celebre compositore giapponese Tōru Takemitsu.

Finale dirompente, poi, con ‘Le Sacre du printemps’ di Maurice Béjart, che sovrappone la carica innovatrice di Stravinskij a quella dei grandi messaggi béjartiani, alla sua rilettura dei classici in chiave nuova, sospinta dal vento dei tempi. Capolavoro indiscutibile, musica rivoluzionaria. ‘The Kabuki’ (in scena il 13 e il 14 luglio) nasce da una stretta collaborazione fra Maurice Béjart, il celebre compositore Toshiro Mayuzumi e The Tokyo Ballet. Fin dal clamore della sua prima assoluta (Tokyo, 1986), questa creazione divenne parte essenziale del repertorio della compagnia, che l’ha danzata in 16 paesi per un totale di 197 recite.

La coreografia è basata sulla celebre pièce kabuki ‘Kanadehon Chushingura’, che narra la storia di 47 samurai durante il XVIII secolo, sebbene con alcune licenze poetiche come il viaggio nel tempo dell’eroe tragico Yuranosuke. Una fusione dinamica e innovativa fra la tradizione delle arti performative giapponesi, il kabuki, lo spirito samurai e il balletto. E’ certamente uno dei capolavori di Béjart.

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