Gli allievi del Teatro dell’Opera di Roma durante le prove della ‘Bottega Fantastica’ di Luciano Cannito in scena al Teatro Nazionale di Roma
Pubblicato il: 22/05/2020 17:22
“La danza italiana si trova, oggi, in una situazione tragica. Non si può insegnare danza in una scuola privata se non si è affiliati e iscritti ad una associazione sportiva come il Coni per esempio. Una situazione che mette in discussione l’autonomia della danza italiana, dopo che il nostro Paese l’ha codificata a beneficio di tutto il mondo e che oggi viene delegata a soggetti di organismi sportivi che nulla hanno che fare con la danza. Situazione ancora poi drammatica tenuto conto che le scuole di danza, non hanno ancora ricevuto l’autorizzazione ad aprire a causa della pandemia in atto”. È quanto scrive Mimmo del Prete, presidente Ials, il Centro per le categorie artistiche fondato nel 1962 in una lettera inviata alla ministra della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina.
“Un insegnante di scuola privata o dichiara di essere affiliato ad un’Associazione sportiva -spiega all’Adnkronos Mimmo Del Prete- o non può avere agevolazioni fiscali ed essere in grado di studiare o esercitare alcuna attività di formazione coreutica. In questo modo viene violata una norma costituzionale, ‘l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento’. Bisogna far cessare l’equiparazione dello sport alle discipline artistiche. Universi troppo diversi. Lo Ials- ha proseguito Del Prete – si è anche rivolto a tutti i senatori a vita quali rappresentanti e ‘difensori’ dei valori culturali del nostro Paese”.
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