Sandra Milo non doveva offendersi. Virginia Raffaele è fantastica
“Questi tre moschettieri mi hanno cambiato la vita. Ogni esperienza che io ho fatto con loro è stata un regalo”. Così Emanuela Aureli, nel corso dell’intervista con il giornale online “lanotifica.it“, parla dell’esperienze artistiche al fianco di Maurizio Costanzo, Fabrizio Frizzi e Carlo Conti. “Lavorare con Maurizio Costanzo – racconta – è stato un privilegio incredibile, così pure con Fabrizio Frizzi, un fratellone, una persona che – come Costanzo – ha creduto in me fin dall’inizio, dandomi grandi opportunità, con quella sua dolcezza e con quel suo modo così sensibile di rapportarsi con me. Ringrazio anche Carlo: lavorare con lui mi ha arricchita! Dovessi raccontare il momento più bello con ognuno di loro è il momento in cui li ho conosciuti e mi hanno dato fiducia. Fabrizio Frizzi mi auguro che mi stia sempre accanto e mi protegga sempre. Io ogni tanto mi rivolgo a lui e sento che lui c’è“.
Manuela Aureli ripercorrendo le tappe della sua carriera artistica racconta dell’esperienza a “Ballando con le stelle” che le ha permesso di riscoprire la sua femminilità: “la strada” per accettarsi e amarsi “è quella che è dentro ognuna di loro – spiega – basta seguire il proprio istinto, basta sentire che si ama la vita e ci si ama prima di ogni cosa, perchè se noi amiamo noi stessi e ci vogliamo bene, facciamo del bene al nostro fisico, alla nostra mente e possiamo anche dare il meglio”.
Emanuela Aureli racconta di essere legata a tutti i personaggi che ha imitato negli anni: “sono la mia vita, il mio inizio, la mia partenza, il mio traguardo. Senza offendere nessuno ho sempre cercato di ironizzare. I più richiesti forse sono Albano e Romina ma anche Milly Carlucci”. Infine sulle polemiche passate riguardanti l’imitazione di Virginia Raffaele a Sandra Milo aggiunge: “Vorrei spendere una parola per Virginia: Virginia è fantastica. Quella è la sua ironia, è il suo modo di fare arte, la sua pennellata artistica. A me dispiacerebbe se qualcuno non accettasse la mia ironia. Certo è che bisogna sempre rispettare il personaggio, ironizzare senza offendere. Se poi il personaggio si offende chiedere scusa bisogna scegliere o di non fare più quell’imitazione o trovare un’altra chiave. Io penso – conclude – che questi personaggi ci aiutino (a noi imitatrici e imitatori), e noi aiutiamo loro”.