Si chiamava Vatro quando El Negro Zumbon, con il travolgente e sensuale balletto di Silvana Mangano nel film Anna di Alberto Lattuada diventò una hit mondiale. Ed entrò nell’immaginario cinematografico di tutti i tempi. Prima c’erano stati gli studi di Composizione a Santa Cecilia, le orchestre di ballabili e swing tra le guerre e nel secondo dopoguerra con Gorni Kramer, Gil Cuppini e Sesto Carlini. Poi la direzione d’orchestra in Rai e da lì la storia della musica e del cinema. Nato 102 anni fa e morto da sei, Armando Trovajoli ha dentro quella grandezza semplice che si trova solo nell’artigianato di altissimo pregio. Ed è stato di grande livello l’omaggio tributato al maestro dal Trovajoli Project a conclusione del Festival Cruza de Ma – Musica per Cinema con uno splendido concerto all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari.
Le facce, le storie, i suoni come un colpo al cuore
Se dici Armando Trovajoli dici il grande cinema di De Sica, di Comencini, Scola, Monicelli, Steno, Fernando Di Leo. Il sestetto d’eccezione capitanato dalla pianista (e arrangiatrice) Rita Marcotulli e completato da Daniele Tittarelli al sax, Luciano Biondini alla fisarmonica, Ares Tavolazzi (dici lui e dici subito Area), Israel Varela alla batteria e Peppe Servillo alla voce, ha riproposto alcune delle composizioni più belle del maestro romano con una rilettura di grande sensibilità ed eleganza. E un interplay di quelli che andrebbero fatti studiare in qualsiasi scuola di musica. Un concerto fatto di spazi, di dialogo tra gli strumenti, di ascolto attento fra tutti i comprimari, di controllo millimetrico della dinamica. Risultato finale: un suono che era puro piacere per l’ascoltatore in un luogo non facilissimo da affrontare dal punto di vista acustico qual è l’Auditorium. Nel grande schermo alle spalle dei musicisti, il viso di Armando Trovajoli che spuntava fra le immagini di film diventati immortali anche grazie alle sue musiche.
“Tutte le stelle più brillarelle che c’hai”
A rendere perfetto il concerto del Trovajoli Project è stata anche l’idea di non rendere la sempre bella voce di Servillo protagonista di tutti i brani. L’ex cantante degli Avion Travel entrava in scena per numeri imprescindibili come la reintrpretazione di Roma nun fa’ la stupida stasera ma anche Piaceva alle donne, quest’ultima cantata da Mastroianni nel teatro musicato da Trovajoli in Ciao Rudy, dedicato al mito di Valentino da Garinei e Giovannini. Restava protagonista nel doppio omaggio (a Trovajoli e a Fred Bongusto) nella delicata O cielo ce manna ‘sti ccose incastonata in Matrimonio all’italiana di De Sica, con Mastroianni e la Loren. Poi scompariva dietro le quinte per lasciare il canto libero a tutti gli altri strumenti, sbrigliati definitivamente sui temi delle colonne sonore di Dramma della gelosia, C’eravamo tanto amati, In nome del Papa Re, Profumo di donna. La musica diventa così un vortice, i suoni girano nella testa insieme a fotogrammi con i visi di Giannini, Gassman, Vitti, Sordi, Manfredi, Mastroianni. E’ un gran bel mare in cui lasciarsi naufragare. Non chiedevamo di meglio.