Pubblicato il: 08/04/2020 13:34
di Antonella Nesi
Si parla tanto di “ripartire” e invece bisognerebbe parlare di “ricominciare”. Ne è convinto Fabio Fazio che sui suoi profili social pubblica una riflessione in proposito, nei giorni in cui si comincia a parlare di ‘Fase 2’. “Dobbiamo ricominciare da altri presupposti. Non ripartire da dove eravamo rimasti“, sottolinea il conduttore di ‘Che Tempo Che Fa’.
“Ripartire: è uno dei verbi più adoperati in queste settimane. Come auspicio, come proposito e come obbiettivo. Il mio augurio è che invece sia sostituito con: ricominciare“, esordisce Fazio.
“Ora che ci mancano gli altri e che i contatti sono mediati da guanti di lattice e mascherine – rileva il conduttore – ci stiamo rendendo conto che reale e virtuale non sono la stessa. E anche se la tecnologia per fortuna ci aiuta a sentirci meno soli, l’immagine non è la realtà. Ci mancano odori, umori, suoni e mani che ci stringono”.
“Dobbiamo ricominciare da altri presupposti. Non ripartire da dove eravamo rimasti ma ricominciare da quello che stiamo vivendo e vedendo in questa tragedia: il silenzio e il vuoto“, afferma. “Il silenzio per ascoltare noi stessi e il vuoto delle nostre strade e delle nostre città per capire di quanto troppo pieno le abbiamo riempite”, spiega.
“Mi auguro che ci si possa riappropriare dello spazio e del tempo: per viverli e non per consumarli con la bulimia di cui siamo stati capaci. Ci stiamo accorgendo che quello che davamo per scontato non lo è affatto e forse non era giusto che lo fosse. Ogni desiderio era realizzato all’istante. Che fosse un bene, immediatamente consegnato a casa in 24 ore o che fosse una comunicazione interpersonale: scritta, spedita, letta e dimenticata…nello stesso momento. O una qualunque meta: raggiungibile in poche ore svuotando lo spazio del suo significato. E invece no, non è detto che debba funzionare così“, annota il conduttore.
Per concludere: “Spazio e tempo. Oggi abbiamo l’occasione di scoprire che c’è davvero relazione fra queste due dimensioni. Rispettare il nostro spazio per vivere il nostro tempo”.
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