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Fedez si confessa  

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(Fotogramma)

“Mi dà panico il vuoto, volare. Ho l’ansia di sparire all’improvviso, di non essere all’altezza. Timore d’impazzire per qualsiasi motivo e, da ipocondriaco, di qualsiasi malattia, con tanto di sintomi che vengono fuori davvero. Su tutte: paura di morire”. Si intitola Paranoia Airlines il nuovo disco di Fedez. E, in un’intervista a Vanity Fair, Fedez racconta come convive con le sue paranoie e con la tachicardia che, di quando in quando, ancora gli regalano.

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Si tratta di un “sintomo degli attacchi di panico, di cui ho sofferto, e che nei momenti ‘no’ si fanno ancora sentire”, spiega. Quegli attacchi sono “invalidanti. Li ho curati da dentro, senza psicofarmaci, imparando piano a controllarmi. A un certo punto la parte oscura di te diventa preponderante, ed è consigliabile andare da un bravo psicologo/psichiatra”.








“Io ne ho cambiati diversi. Questo è uno nuovo, vediamo”, confida, sperando di imparare a liberarsi un po’ del suo senso di insoddisfazione perenne e a raggiungere “la vera ricchezza: godermi quel che ho, senza pensare a quel che no”. L’obiettivo è “tirar giù le barriere che a volte innalzo per non mostrarmi ancora più debole, fragile, ma che soffocano ciò che sono. ‘Sentirmi la versione migliore di me, badando al mio essere interiore’, per dirla con le parole di Chiara”.

Chiara è sua moglie Chiara Ferragni, mamma di Leone e magari, tra un po’, di un altro bambino (“ne parliamo, sì. Ma non subito, non adesso”). E assieme a sua madre, è una delle due sole persone di cui si fidi: “I lividi fanno quello che sei. I miei vengono da una mancanza di fiducia: mi apro con pochi, non credo nelle persone, mi governa un pregiudizio che alza muri. Manco di empatia, fatico a costruire rapporti solidi”. Quello con J-Ax, per esempio, si è dissolto dopo l’ultima notte insieme a San Siro. Non per soldi, giura lui, senza aggiungere altro perché c’è un accordo di riservatezza.

Qualche sassolino dalla scarpa, però, se lo toglie: sulle “cariche dello Stato potenti che mi hanno querelato e intimidito”, sulle fake news che lo riguardano (“c’è un’interrogazione parlamentare per guerriglia urbana su Expo e istituzioni che chiedono venga preso in carico da un esorcista”). Su Sfera Ebbasta, indagato per istigazione all’uso di sostanze stupefacenti (“cercare di minare la libertà di espressione è stupido”) e su Toninelli & C, verso cui dichiara molto scetticismo (“ma è importante che ci sia un governo al lavoro su temi concreti come il reddito di cittadinanza, dopo l’avanspettacolo a cui abbiamo assistito gli anni precedenti”).

Su Salvini, poi: “Si può essere d’accordo o meno con lui, sul chiudere i porti e sul resto, e io non lo sono, ma rispetto la democrazia e riconosco che non ce la si può prendere con lui perché è stato votato da italiani in coscienza, e sta facendo esattamente ciò che aveva promesso”. Mentre su Saviano, che lo chiama ‘ministro della malavita’: “Mi viene da ridere. Perché non dimentico Vittorio Arrigoni, uno che era sul campo e non nei salotti, con i segni della tortura e della trincea. Fu ucciso nel 2011, a Gaza, a pochi mesi da un videomessaggio in cui invitava proprio Saviano a camminare con le sue gambe per Tel Aviv, prima di parlare a vanvera della situazione lì. L’aveva contraddetto, sì, e lui, che ama ergersi a coscienza civile del nostro Paese, non ha speso due parole per ricordarlo”.

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