Foto Xinhua
Pubblicato il: 01/06/2020 18:13
“Il punto è uno: questo Paese è costruito sui corpi dei neri uccisi“. Spike Lee, il regista afroamericano che ha messo il razzismo e le relazioni interrazziali al centro di tutte le sue opere, è sceso in campo per protestare dopo l’uccisione di George Floyd e lo ha fatto con l’arma che gli è più congeniale: un video di circa due minuti intitolato ‘3 Brothers-Radio Raheem, Eric Garner And George Floyd’, presentato durante un’intervista alla Cnn all’interno di un approfondimento dedicato alle rivolte che stanno scuotendo tutti gli States.
Il video che si apre con la domande in sovrimpressione “Will History Stop Repeating Itself?” (La storia smetterà di ripetersi?), è un montaggio che mescola fotogrammi del suo film ‘Do the right thing’ (‘Fa’ la cosa giusta’) del 1989, in cui uno dei protagonisti, Radio Raheem, muore dopo uno scontro con la polizia, e le immagini di Eric Garner, morto nel 2014 a Staten Island, New York, e di George Floyd a Minneapolis. Si riferisce a loro il titolo dedicato ai ‘3 fratelli’.
“Come fa la gente a non capire il perché di queste reazioni? – ha detto il regista alla Cnn nell’intervista che è seguita alla proiezione del video – Quello che vediamo in questi giorni lo abbiamo visto nelle rivolte degli anni ’60, con l’assassinio di Dr King. La gente reagisce in questo modo perché vuole essere ascoltata. Vediamo ripetere queste cose ancora e ancora e ancora. Il punto è uno – ha concluso – questo Paese è costruito sui corpi dei neri uccisi”.
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