(Fotogramma/Ipa)
Pubblicato il: 05/06/2020 12:08
“Ho parlato col neo direttore di Rai3 Franco Di Mare di un altro progetto”. Così Franca Leosini, in un’intervista a Silvia Fumarola di ‘Repubblica’, rivela che potrebbe cimentarsi in un nuovo programma dopo 26 anni di ‘Storie Maledette’, che torna domenica sulla terza rete pubblica.
Alla domanda se non si sia stancata di occuparsi di delitti, Leosini risponde: “No. Faccio ‘Storie Maledette’ dal 1994 e ci ho messo in mezzo ‘Ombre sul giallo’, che peraltro andò molto bene. Però ho parlato col neo direttore di Rai3 Franco Di Mare di un altro progetto”. E alla giornalista che le chiede se non abbia intenzione di cambiare registro occupandosi magari di cucina o giardinaggio, Leosini dice: “In tv mi sembra che si cucini anche troppo. A me incuriosisce l’essere umano, più le vite sono complesse, più mi interessano”.
“I tre verbi che frequento sono: capire, dubitare e raccontare. Lascio le certezze agli imbecilli, noi del programma cerchiamo di non averne. Studio gli atti parola per parola. Quando incontro una persona ho preso talmente tante informazioni che ne so più io di lei” dice Leosini spiegando l’approccio con cui affronta le interviste di ‘Storie Maledette’ a persone condannate per delitti efferati.
“Per ogni vicenda esaminata – spiega – mi tuffo negli atti; la storia maledetta è il grande romanzo della vita. La sintesi di un delitto è l’ultimo atto di un percorso. Il rapporto tra l’omicida e la vittima, ricerco il ‘guasto’ che porta al gesto estremo. Indago la psicologia, mi irrito quando dicono: ‘era una persona normale’. Che vuol dire? I delitti non si giustificano ma si interpretano, penso a quelli privati, non tratto camorra e mafia. I gesti efferati spesso non somigliano alla persona che li compie. Mi metto nei panni della vittima e in quelli dell’omicida: nella vita dovremmo sempre cercare di capire le due sponde”.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Adnkronos.