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‘Gomorra 4’, il dopo-Ciro è la svolta dei colletti bianchi  

'Gomorra 4', il dopo-Ciro è la svolta dei colletti bianchi

Salvatore Esposito sul set di ‘Gomorra 4’ (foto di Gianni Fiorito)

di Antonella Nesi

Lo spaesamento seguito alla morte di Ciro, la voglia di vendetta tenuta lucidamente a freno in nome dei nuovi equilibri nella spartizione del territorio ma soprattutto la svolta dei colletti bianchi. ‘Gomorra 4’, quarta stagione della fortunata serie Sky nata dal romanzo di Roberto Saviano, coprodotta con Cattleya e Fandango in collaborazione con Beta Film, e venduta in mezzo mondo, segna un salto di qualità nel racconto della camorra: “La svolta dell’economia, della finanza e della politica“, come sintetizza lo stesso Saviano, in un videomessaggio registrato in occasione della presentazione della serie, che arriva su Sky Atlantic (e su Sky Cinema Uno) dal 29 marzo, ogni venerdì alle 21.15. Una stagione in cui emerge in tutta la sua crudezza che “l’economia sana praticamente non esiste: Gomorra – dice il giornalista-scrittore-sceneggiatore – non ha paura di raccontarlo. Dà fastidio? Che dia fastidio!”

I riflettori della nuova stagione, che toccherà anche il tema attualissimo della ‘terra dei fuochi‘, sono chiaramente puntati su Genny (Salvatore Esposito), l’unico superstite della dinastia dei Savastano, un personaggio che ha cambiato pelle innumerevoli volte, passando dall’essere il figlio immaturo di Don Pietro fino a diventare boss, marito e padre: in questa nuova stagione, proprio per Azzurra (Ivana Lotito) e per il piccolo Pietro, sarà “costretto” a cambiare vita, con una famiglia da proteggere e un business da rifondare, dedicandosi all’attività di imprenditore e defilandosi in parte da quel mondo in cui suo padre lo aveva fatto crescere. I suoi affari a Napoli sono adesso affidati a Patrizia (Cristiana Dell’Anna) che, dopo aver tradito e ucciso Scianel, è entrata di diritto tra le fila del clan Savastano. Insieme a Genny, per ristabilire un equilibrio tra le parti e mantenere la pace, faranno affidamento sui Levante, un ramo della famiglia legato a Donna Imma. Intanto Enzo (Arturo Muselli) e Valerio (Loris De Luna), dopo aver consolidato la loro posizione nel controllo del centro di Napoli, si trovano ad affrontare nuovi ostacoli.

“La morte di Ciro ha cambiato Genny ed Enzo. Ma quello che la subirà di più sarà Enzo, perché Genny ha ben chiaro il suo prossimo obiettivo”, dice Esposito. La scelta di Genny di designare come boss di Secondigliano Patrizia apre ad un’ascesa femminile in un contesto dominato dagli uomini (ma in una serie dove invece è fortissima la presenza femminile nella scrittura, nella produzione e nella regia): “La forza di Patrizia – sottolinea Cristiana Dell’Anna – è che non si muove su un’assimilazione all’uomo, ha un proprio stile, del tutto diverso dai boss maschi”.

A dirigere gli episodi della nuova stagione un team di 5 registi: Francesca Comencini, alla quale è affidata anche la supervisione artistica, firma gli episodi 1, 2, 3 e 4. Ma la vera novità è che Marco D’Amore, dopo tre stagioni da protagonista della serie nei panni di Ciro l’Immortale, passa dietro la macchina da presa e dirige gli episodi 5 e 6. “Sempre di più – spiega D’Amore – mi interessavano i temi piuttosto che i ruoli, sempre più ero ossessionato dalle storie e non dai personaggi. Sentivo la necessità di raccontare e Gomorra – La serie era il terreno ideale per giocare questa partita; conoscevo regole e giocatori, schemi di gioco ed obiettivi, perché ero stato io stesso attore di quel meraviglioso gioco”. D’Amore ha messo a frutto anche le precedenti esperienze da regista teatrale: “Tanto più che mi è stato concesso non solo di provare con gli attori ma di leggere con loro il copione prima di provare. E questo è importante perché Gomorra prima di essere una serie spettacolare è una serie fatta di rapporti tra i personaggi”, aggiunge D’Amore. Che a chi gli chiede come sia stato dirigere il suo coprotagonista e amico di tre stagioni di set, Salvatore Esposito, risponde: “Tutto quello che abbiamo condiviso in questi cinque anni ha a che fare con le emozioni più che con la professione. Poi però quando il motore parte e arriva il grido ‘azione’, lui diventa Genny e io mi prendo la responsabilità del mio nuovo ruolo”.

Dietro la macchina da presa per ‘Gomorra 4’ ci sono anche altri due ‘esordienti’: Enrico Rosati e Ciro Visco, aiuto registi nelle prime tre stagioni, che hanno diretto rispettivamente gli episodi 7-8 e 9-10. E c’è il ritorno, per gli ultimi due episodi della stagione, di Claudio Cupellini, altro ‘veterano’ della serie.

“Ogni stagione di Gomorra – ha detto Cupellini – nasce da un azzeramento che avviene dentro un alveo di continuità con il passato. In questa stagione si è ripartiti proprio da Genny Savastano. Lui e Azzurra vogliono accedere ad un mondo che li ha sempre rifiutati, vogliono crearsi una nuova verginità grazie ad una serie di operazioni che dovrebbero cancellare le macchie del passato“. Ma nulla è come appare.

La nuova stagione di Gomorra apre inoltre a scenari di racconto sempre più internazionali: dopo aver fatto tappa in Germania, Spagna, Honduras, Bulgaria nel corso delle precedenti stagioni, una parte del racconto dei nuovi episodi sarà ambientata nel Regno Unito, in quella Londra in cui l’imprenditore Genny cercherà di portare i suoi affari. Per le riprese della quarta stagione sono state utilizzate più di 100 location differenti fra Napoli e dintorni, Bologna, Reggio Emilia e Londra, coinvolgendo oltre 3.500 figuranti. Una serie locale divenuta globale, esportata oggi in oltre 190 territori, che si consolida stagione dopo stagione come modello di serialità italiana in grado di competere nel mercato delle grandi produzioni mondiali. “Gomorra è partita per prima e non vuole farsi raggiungere. È l’esempio per tutte le altre serie”, sottolinea Nicola Maccanico, executive vice president Programming di Sky, nonché ceo di Vision Distribution. “Gomorra – gli fa eco il patron di Cattleya, Riccardo Tozzi – è l’esempio di come un lavoro collettivo riesca ad avere un’identità fortissima e ad esaltare le singole professionalità”. E infatti è già in fase di scrittura la quinta serie. “Non tanto perché sia ormai un marchio di successo ma perché ci sono idee che ne giustificano la prosecuzione”, spiega Nils Hartmann, direttore delle produzioni originali di Sky. “L’idea centrale della quinta serie è fortissima”, assicura Tozzi. Rimanete sintonizzati.

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