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Grande Fratello: comunque vada, sarà un successo. In barba al Codacons

Anche se davvero trash, il Gande Fratello continua a macinare ascolti e raggiungere traguardi di audience inaspettati. E’ la tv che propone solo spazzatura, o e la società ad esser composta da quella spazzatura a cui i programmi tv danno visibilità?

E’ trash, è pessimo, mai come questa volta i concorrenti farebbero di tutto per conquistare visibilità. Il Codacons ha presentato un esposto all’Agcom, dopo i casi di bullismo delle scorse puntate,  ene ha chiesto l’oscuramento perché “rischia di compromettere lo sviluppo psichico e morale dei minori”.  

Eppure lo vedono tutti se porta a casa una media di 4.055.000 spettatori a puntata con uno share del 24%. Ovviamente, visto quello che è successo tra i concorrenti più “facinorosi”, dove si ravvisano gli estremi del bullismo e dell’aggressione, la condanna dei “contenuti” è ovvia e necessaria. Ma, dietro lo sguardo contrito e i comunicati con cui tanti si “dissociano”, c’è la soddisfazione per un risultato che non era assolutamente certo.

Perché, volenti o nolenti, chi critica il Grande Fratello, descrivendone per filo e per segno gli avvenimenti, lo ha visto e anche bene. E’ come quando le persone si lamentano di quanto “nudo” ci sia in giro mostrando, come prova, un giornale “scollacciato” accuratamente “esaminato”.

Non è il Grande Fratello che dovrebbe far preoccupare, ma il fatto che in così tanti lo guardino che è preoccupante. In fondo tra quelle mura di cristallo accadee quello che oggi avviene in classe, in ufficio, in comitiva: si prende in giro il più debole, ci si coalizza tutti contro quello che è diverso, si fa a chi strilla più forte, a chi ha più potere sugli altri, a chi ha più controllo. I casi di cronaca sono pieni di avvenimenti del genere, che, purtroppo, vanno a finire molto male.

Le reti commerciali non sono come quelle nazionali che vivono di canone: per questo osano di più e cercano ogni espediente per tenere incollati i telespettatori al piccolo schermo. Telespettatori vuol dire share, e quindi, introiti pubblicitari.

Se davvero si è contrari al Grande Fratello, se davvero non si vuole che i figli lo guardino, che si spenga la tv o si cambi canale. Non è giusto chiedere al Codacons di agire in propria vece. Comodo eh? Perché alla fine, dire di “no” ai figli non è facile e non tutti ci riescono. Ma questa è la differenza tra adulti e ragazzi. E come fanno i più giovani ad acquisire determinazione e coraggio se i loro stessi genitori non ne hanno? Perchè il Codacons, invece di chiedere l’oscuramento del reality, non chiede ai genitori di tirare fuori i “cosiddetti” e impedire ai giovanissimi di sintonizzarsi davanti alla tv il martedì sera?

E allora basta credere alle favole: per il successo del Grande Fratello, anche se in versione supertrash, sono tutti contenti. Tre sponsor si sono dissociati: ma chi lo sa che non sia stato un “atto dovuto”, per non fare brutta figura con i telespettatori, invece di una ferma convinzione? Perché, prima del Grande Fratello, chi conosceva la linea di cosmetici Bellaoggi, se non un pubblico ridotto? Oppure l’azienda Screen Hair Care o l’acqua Santacroce? L’unico che non ha bisogno di attirare l’attenzione con ulteriori articoli di giornale, oltre al passaggio televisivo, è la Nintendo, che però da sempre ha un “codice morale” molto rigoroso.

Certo, la produzione e gli autori potrebbero selezionare concorrenti meno “problematici” o “litigiosi”, o semplicemente più educati, ma il Grande Fratello sarà sempre il Grande Fratello.

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