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Pubblicato il: 05/03/2020 16:48
(Adnkronos/Cinematografo.it) – Alla luce del nuovo decreto firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per tentare di contrastare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, che tra le altre cose prevede la sospensione delle “manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro…”, quindi, di fatto, impedendo l’abituale svolgimento di spettacoli cinematografici e teatrali, abbiamo contattato alcuni esercenti delle città capozona per cercare di capire come l’esercizio sta vivendo questo momento di grande difficoltà. Fra le ricette per affrontare l’emergenza Coronavirus la scelta di posti a sedere alternati, per mantenere la distanza fra gli spettatori, e il termoscanner all’entrata.
“Credo sia la prima ordinanza dai tempi della guerra che ha efficacia alla firma e non dalle 24 ore successive, quindi già dalla giornata di oggi ci troviamo di fronte a due possibilità: chiudere la sala o provare ad adottare delle misure in linea con quanto disposto dal decreto”, dice Emanuele Ilari, titolare del Multisala Madison a Roma in via Chiabrera, punto di riferimento per il quadrante Sud della capitale, toccando i quartieri di San Paolo e Garbatella, oltre che il limitrofo Eur, e da qualche tempo titolare anche del Multisala Madison Cineworld di Iglesias, in Sardegna. “Lì già da qualche settimana siamo stati costretti a chiudere dal lunedì al giovedì, la fobia (in Sardegna, ad oggi, solo due contagi da Coronavirus, ndr) ha paralizzato l’affluenza, causando un calo degli introiti del 90%, quindi per ora siamo aperti solo dal venerdì alla domenica”, spiega ancora Ilari, già al lavoro in queste ore per provare a tenere aperta la sala di Roma: “Stiamo attrezzando tutte le 8 sale per garantire un metro e 10 cm di distanza tra una seduta e l’altra, facendo sedere le persone una poltrona sì e una no, perché diversamente la distanza non sarebbe garantita. Anche per la fila alla cassa faremo in modo di far rispettare le distanze previste tra una persona e l’altra, permettendo l’accesso al foyer a gruppi di cinque-sei persone per volta. Siamo anche dotati di termo-scanner, che utilizzeremo prima di far entrare la gente nella struttura”.
Fare tutto il possibile, dunque, nel pieno rispetto delle regole per garantire il rispetto del piano sicurezza, per rimanere aperti ed evitare il fallimento: “Moltissime sale, penso soprattutto a quelle con i creditori sul collo, fallirebbero dopo un giorno di chiusura, figuriamoci dopo un mese”, spiega ancora Ilari, che da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus registra “una flessione del 40-50% per quanto riguarda gli incassi, ma ancora riusciamo a coprire le spese vive, mentre il calo maggiore del fatturato ha riguardato soprattutto i grandi Multiplex, con stime che arrivano anche al 70-80%”. Con i cinema del Nord chiusi da giorni (che in condizioni normali garantiscono il 30-40% degli incassi nazionali) sono slittate moltissime uscite dei film italiani (a parte alcune coraggiose eccezioni, dal nuovo film di Diritti, ‘Volevo nascondermi’, in sala da ieri con 25.303 euro incassati, a ‘La volta buona’ di Marra, in uscita il 12 marzo), ma a seguire anche titoli internazionali sono stati bloccati, fino alla release più eclatante, quella del nuovo 007, ‘No Time To Die’, inizialmente prevista in tutto il mondo il 9 aprile, ora spostata a novembre.
“La cosa drammatica è che normalmente questo bimestre, febbraio-marzo, alla stragrande maggioranza dell’esercizio italiano garantiva la sopravvivenza per il periodo estivo”, spiega ancora Ilari, che auspica “sovvenzioni straordinarie per tutto l’esercizio da parte dello Stato e, in previsione, che il Comune di Roma ragioni sulla possibilità di bloccare il tradizionale appuntamento con l’Estate Romana, in modo da permetterci di recuperare qualcosa“. Il peggior febbraio da dieci anni a questa parte (con poco più di 42 milioni euro incassati) potrebbe quindi essere solamente apripista di un altro mese da incubo (se non due, ma con l’estate poi che incombe): “Sul medio-lungo periodo non conosciamo l’effettiva potenza di questo virus, dal contagio alla durata, quello che credo è che il mercato prima di ottobre non si riprenderà. Fino ad allora, anche se passerà l’ondata della malattia, ci sarà l’estate e non vedremo più i frutti della stagione fino all’autunno. Non sono ancora uscite moratorie per tutta l’attività cinematografica, quindi faccio un appello rivolto al ministro dell’economia e delle finanze Gualtieri di dare fondi per aiutare tutto l’esercizio”.
“Restiamo aperti, ma con accorgimenti”. Questa la linea del Circuito Cinema Genova, che comprende le sale Ariston, City, Corallo, Odeon e Sivori. Come richiesto dal Decreto, sarà evitato l’affollamento di persone tale da non consentire la distanza di sicurezza di almeno un metro. Quindi, non tutte le poltrone saranno disponibili agli spettatori ma una ogni due. Il personale di sala consiglierà l’accesso alle casse segnalando la distanza di un metro nel percorso tra l’ingresso e il bancone della biglietteria. Abbiamo parlato con Maria Bettanini, tra le referenti del Circuito Cinema Scuole, meritoria iniziativa che promuove la cultura cinematografica fra le nuove generazioni: “L’impatto dell’emergenza è stato immediato, con il progetto siamo fermi dal 24 febbraio. Stavamo procedendo molto bene, soprattutto grazie all’esito di ‘Mio fratello rincorre i dinosauri’. Ora le proiezioni per le scuole sono sospese, siamo in attesa di capire come andare avanti”. Anche a Genova c’è stata una forte flessione degli spettatori: “Ieri Volevo nascondermi – continua – è partito bene da noi, speriamo per il weekend”. Attualmente, sempre a Genova, The Space non permette l’acquisto dei biglietti online e Uci propone sul sito la programmazione con le uscite aggiornate.
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