Pubblicato il: 24/01/2019 18:44
di Veronica Marino
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Salini vuole lasciare il segno. Nelle linee guida del piano industriale 2019-2021 che oggi, a quanto si apprende, l’ad Rai ha presentato al consiglio di amministrazione per una prima discussione, ci sono due grosse novità: Rai Format e Rai Doc, due direzioni che possono rivoluzionare il modo di pensare Rai. In dettaglio, Rai Format è la direzione pensata dall’ad per fare in modo che l’Azienda si riappropri della creatività; Rai Doc è, invece, la risposta di Salini ad anni di caos in cui il genere ‘documentario’, ora in fortissima espansione, veniva rimpallato da una direzione all’altra probabilmente, a causa dello scarso appeal che aveva in termini di ascolti.
Le due nuove direzioni avranno come obiettivo quello di dare impulso all’industria creativa italiana, di coinvolgere e far crescere produttori indipendenti e giovani autori creativi, anche nell’ambito della fiction. Mission, questa, che Salini si è imposto dal momento in cui ha messo piede a Viale Mazzini. E’ naturale pensare che per segnare questa svolta Rai Doc e Rai Format abbiano un budget da gestire. D’altronde come funziona ora Rai Fiction? Il modello, in fondo, c’è già e funziona. A questo punto le reti che ruolo avranno? Salini sembra avere un’idea precisa che ne rafforza la principale mission: interpretare i bisogni dei consumatori. E’ come se la Rai, al posto di freddi algoritmi usati da altre piattaforme, avesse invece dei direttori in carne e ossa che devono captare i gusti degli utenti giorno per giorno.
Un compito non da poco se significa saper cucire palinsesti su misura per gli utenti dal punto di vista del genere e della qualità, soprattutto in un momento in cui i giovani stanno segnando distanze siderali rispetto alla televisione tradizionale, avvezzi come sono a fruire dei contenuti attraverso gli smartphone e quindi quando vogliono e in modo interattivo.
Nell’idea dell’amministratore delegato Rai, ci sarà anche una direzione di distribuzione con il compito di distribuire, appunto, i contenuti alle varie reti e quindi di coordinarle. In questo modo il prodotto diventa il vero protagonista, mentre le due nuove direzioni, Rai Format e Rai Doc – concentrate sull’innovazione di genere e sulla multifruibilità, in linea con i modelli organizzativi dei principali broadcaster internazionali – si occupano di definire specifici contenuti.
Il piano, giunto a compimento dopo sei mesi di intenso lavoro, a quanto si apprende, è stato giudicato innovativo e rivoluzionario anche dalla maggior parte dei consiglieri, ed è stato costruito passo dopo passo da Salini analizzando a fondo un contesto di mercato nazionale ed internazionale che evidenzia macro trend alla base dell’evoluzione dei media. Entro il 7 marzo dovrà essere approvato: il contratto di servizio, che ne prevede la presentazione entro 6 mesi, è entrato in vigore il 7 marzo 2018 ma poi il Mise ha concesso una proroga di altri 6 mesi. In ottemperanza al contratto di servizio, l’offerta sarà ampliata anche da un canale in inglese, che conterrà l’informazione in lingua e uno di natura istituzionale.
Anche il capitolo ‘Informazione’, centrale per la Rai Servizio Pubblico, vede Salini in pista. Su questo fronte il piano si articolerà in tre fasi: la prima prevede il rafforzamento di un polo all news con la creazione di una testata digitale; la seconda contiene il potenziamento della testata digitale con lo sport e l’informazione istituzionale. La terza fase realizzerà l’integrazione dei poli informativi in una newsroom di flusso ma mantenendo i brand di punta dell’informazione Rai rafforzandone la loro storica identità.
Sarà centrale anche il ruolo di Rai Play che si trasformerà in una piattaforma in grado di produrre contenuti esclusivi e nativi digitali, utilizzando le nuove tecnologie. Non a caso il piano prevede la creazione di una nuova struttura interna all’azienda dedicata ai nuovi format contemporaneamente al potenziamento del Centro ricerche e innovazione tecnologiche di Torino (Crit). Per quanto concerne il finanziamento del piano, si punta (ma ancora non se ne conoscono però i dettagli) alla ottimizzazione dei costi senza alcuna contrazione occupazionale e, piuttosto, attraverso una minore sovrapposizione dei palinsesti, la riduzione delle inefficienze, la revisione dei fabbisogni del settore informazione che resta per la Rai un faro.
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