di Ilaria Floris
“Cosa vorrei che rimanesse nel pubblico dopo aver visto il mio film su Judy Garland? Sicuramente la capacità di ridere e di trovare la gioia anche nei posti più oscuri”. Così Rupert Goold, regista di ‘Judy’, descrive, in una conversazione con l’Adnkronos, il senso della pellicola che ha presentato alla 14ma edizione della Festa del Cinema di Roma, e che racconta l’ascesa, i dubbi, i drammi e il declino di una delle più grandi performer del XX secolo, Judy Garland.
L’aspetto più importante della personalità dell’artista, madre di Liza Minnelli, morta il 22 giugno 1969 per intossicazione da barbiturici, è paradossalmente per Goold proprio la positività, che la portava a vedere il buono in ogni situazione. “Forse -spiega meglio il regista- il senso di questo film è proprio che, anche nel momento peggiore della tua vita, puoi trovare l’amore da persone sconosciute in luoghi sconosciuti”.
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